martedì 26 novembre 2024


15/04/2016 14:58:48 - Salento - Attualità

Nel bilancio regionale 124 milioni di crediti: diventeranno tasse

I 124 milioni di anticipazioni concesse negli anni ai Consorzi di bonifica costituiscono un pericolo per il bilancio regionale. Una bomba a orologeria destinata prima o poi a scoppiare, con un effetto inevitabile: l’obbligo di coprire il buco, o attraverso tagli di spesa o - molto più probabile - con un aumento delle addizionali.
È l’onda lunga della decisione con cui nel 2003 (giunta Fitto) si è deciso di sospendere le cartelle esattoriali dei consorzi. Da allora gli enti hanno sostanzialmente vissuto di finanziamenti da parte del bilancio regionale. Soldi che, legge alla mano, sono definiti anticipazioni, e dunque sono inizialmente stati considerati come partite di giro. Ma lo scorso anno, a fronte della mancanza della voce di entrata, i 124 milioni sono diventati residui attivi: ovvero crediti che la Regione dovrebbe impegnarsi a incassare.
Il punto è proprio questo. Per il momento, la Regione finge di credere che quel credito sia certo, liquido e (soprattutto) esigibile, come se non sapesse (è scritto nell’ultima relazione depositata dal precedente commissario straordinario, Giuseppantonio Stanco) che i consorzi di bonifica non sono in grado di restituire le anticipazioni. Ma con le nuove regole di contabilità, è obbligatorio effettuare ogni anno la «pulizia» dei residui (prima del 2015 la perenzione era un evento più unico che raro). Il nuovo commissario Gabriele Papa Pagliardini dovrà presentare ilnuovo piano industriale dei consorzi. Ma già a settembre, dopo che sarà stata presumibilmente approvato la riforma dei Consorzi, l’assessorato al Bilancio dovrà porsi il problema di quei residui attivi.
A fronte dei 124 milioni non riscossi le alternative sono due. O il piano di rilancio dei Consorzi prevederà una modalità di copertura (un mutuo?) per il debito nei confronti della Regione, oppure dovrà essere la stessa Regione a farsi carico di quella somma. E dunque, come è stato già fatto in passato (88 milioni di «contributi» erogati per gli anni 2002-2006), i 124 milioni incideranno sul risultato di esercizio trasformandosi in perdita. Con le nuove regole (che hanno eliminato il Patto di stabilità) e l’obbligo di pareggio, questo implica la necessità di trovare una copertura. E dunque sempre lì si torna: tagli alle spese oppure nuove tasse.
A pagare il conto disastro saranno dunque, come sempre, i cittadini. Ecco perché la soluzione non è più rinviabile. Ed ecco perché il Pd ha opportunamente impedito che pure quest’anno il bilancio regionale contenesse ulteriori anticipazioni a favore dei Consorzi: gli 8,5 milioni previsti a febbraio sono stati infatti considerati come un finanziamento per la legge di riordino, dunque - teoricamente - come una sorta di ricapitalizzazione, fermo restando che però i debiti ammontano a 210 milioni.










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