martedì 26 novembre 2024


10/05/2016 11:29:27 - Salento - Attualità

Parte da Bari la campagna di informazione, promossa da Marevivo, sull'impatto della plastica in mare: “Il Polmone blu del Pianeta è sotto attacco”

Pesca illegale ed eccessiva, petrolio, veleni di ogni tipo vengono riversati ogni giorno nel mare e non finisce qui: c’è un mostro apparentemente inarrestabile e indistruttibile che forma, senza sosta, immense isole e, addirittura, si insinua nella catena trofica: la plastica.
Marevivo, fin dalla sua nascita nel 1985, ha tentato di arginare questo fenomeno, immediatamente percepito in tutta la sua gravità, attraverso manifestazioni di sensibilizzazione e pulizia di coste e fondali coinvolgendo intere comunità isolane e spingendo le amministrazioni locali a proibire i contenitori a perdere.
Oggi, da Bari a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, in collaborazione con la Marina Italiana e il CoNISMa, parte per una nuova offensiva dell’Associazione, con una campagna di sensibilizzazione, divulgazione e conoscenza “Mare Mostro: un mare di plastica?”
L'azione si muoverà a vari livelli: seminari, incontri con i giovani studenti, dibattiti con gli amministratori e politici e la proposta di una legge ad hoc. A supportare la campagna una mostra divulgativa, nata dalla Blue Factory di Marevivo, composta da giovani studiosi e ricercatori, coordinati dal professore dell’Università “La Sapienza” Giandomenico Ardizzone.
I grandi vortici oceanici di rifiuti plastici, le immense zuppe di plastica, cioè isole più grandi dell'intero Mediterraneo, lo sminuzzamento delle plastiche che diventano più piccole di un’unghia e vengono scambiate per plancton dai pesci sono tra i temi che verranno affrontati da esperti e ricercatori, durante il viaggio della nave.
Ogni anno nel mondo vengono prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica e si stima che nel 2050 diventeranno 400. In questo contesto si innesta uno studio della Fondazione “Ellen MacArthur”, che prevede che per quell'anno ci saranno più plastiche che pesci. Secondo alcune ricerche, oltre il 10% viene gettato in mare, andando ad alimentare il Mostro.
Poi vanno presi in considerazione le ripercussioni sulla salute dell’uomo: le microplastiche entrano nella catena alimentare e, partendo dal plancton, finiscono all'uomo ultimo consumatore, quanto ne potrà sopportare il corpo umano?
Gli ftalati - “se li conosci li eviti”, come recita uno slogan all'interno della mostra - sono tra le sostanze chimiche usate per modellare la plastica, sono tra le più tossiche e, trasferite nella piramide trofica, rappresentano un grande rischio per la salute umana e non solo, agendo sul sistema endocrino, neurocomportamentale e sul metabolismo.
Non ci è consentito di restare in panchina a guardare cosa sta capitando al nostro mare”, spiega Rosalba Giugni, presidente e fondatrice di Marevivo, “non dimentichiamo che il mare rappresenta il 71% del Pianeta, produce più dell’80% dell’ossigeno che respiriamo e assorbe un terzo dell’anidride carbonica, quando è in buona salute. Questa benefica funzione viene esercitata non esclusivamente per le sue acque salate, ma perché il mare è un ‘organismo vitale’, composto da vegetali e animali in un equilibrio dinamico raggiunto in milioni di anni”.
Tema trasversale al centro del dibattito il Mediterraneo, mare semichiuso, che impiega 80 anni per il ricambio delle sue acque, solo superficiali. Nel suo bacino sfociano importanti fiumi, che nel loro percorso raccolgono e trasportano quantità di rifiuti plastici. Si stima siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica sparsi per tutto il Mare Nostrum, con una concentrazione media di 0,116 frammenti /m2 di superficie fino ad un massimo di oltre 0,36 frammenti/m2.
L'Associazione intende portare avanti senza sosta, per i prossimi anni, la lotta contro questo Mostro, che sembra indistruttibile, ma la posta in gioco è troppo alta: ne va della sopravvivenza dell'uomo e dei suoi compagni di viaggio, delfini, tartarughe, balene, gamberetti, tutte le creature del mare. L'uomo nella sua folle corsa ad oltrepassare ogni limite e a soddisfare ogni bisogno sta distruggendo la fonte primaria di vita: il Mare.










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