Il Colonnello dell’Esercito si è aggiudicato due gare di ciclismo e addirittura una anche nel canottaggio
La malattia non lo ha vinto, e nemmeno i suoi avversari. Carlo Calcagni è l’assoluto protagonista della spedizione azzurra all’edizione 2016 degli Invictus Games in svolgimento a Orlando, in Florida (Stati Uniti d’America). Le aspettative sul Colonnello dell’Esercito salentino erano già altissime.
Il 47enne di Cellino San Marco, originario di Guagnano, ha portato a casa ben tre medaglie d’oro, tutte conquistate ieri nel corso del prima giornata di gare della manifestazione sportiva internazionale dedicata ai militari con disabilità permanenti per cause di servizio. Il paratleta del GSPD (Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa) si è affermato nelle gare di ciclismo, la disciplina che lo ha decretato come uno dei migliori al mondo nell’ambito dello sport militare, ancora prima che la Sensibilità Chimica Multipla da uranio impoverito e altri metalli pesanti entrasse dirompente nel suo corpo, oltre che nella sua vita, dopo la missione in Bosnia del 1996 (seguita poi dal Parkinson e da una grave malattia autoimmune degenerativa cronica e irreversibile).
Carlo Calcagni si è subito imposto nella gara a cronometro nella categoria maschile IRB1 con il tempo di 2 minuti 5 secondi e 6 centesimi, davanti al francese David Travadon e al britannico Andrew Kelsey; poche ore dopo si è invece aggiudicato la corsa in linea su circuito (endurance) completando 16 giri col tempo di 35 minuti 10 secondi e 5 centesimi, precedendo i francesi Damien Brou e ancora David Travadon. La terza medaglia d’oro è stata invece una sorpresa: l’atleta e militare salentino ha chiuso la giornata con l’inaspettata vittoria nel canottaggio.
Grazie a Carlo Calcagni l’Italia vola nel medagliere della manifestazione, con 3 medaglie d’oro e 3 di bronzo.
Grazie a Carlo Calcagni l’Italia vola nel medagliere della manifestazione, con 3 medaglie d’oro e 3 di bronzo.
Come ha sempre ripetuto il Colonnello dell’Esercito, la sua passione per lo sport e per il ciclismo è stata, ed è tutt’ora, fondamentale in quella che è la sua più importante gara, quella intrapresa contro la sua volontà e contro una malattia che gli sta devastando l’organismo. E tra l’amore della sua famiglia e le terapie a cui si sottopone costantemente (e che lo portano tre volte all’anno in Inghilterra), Carlo Calcagni ha colto ieri i premi che lo ripagano per i sacrifici sopportati. E non è finita qui, perché dopo gli Stati Uniti c’è il Belgio, alla caccia della qualificazione alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro.