«Noi saremmo pronti a ripartire» sono le parole del presidente Pinuccio Spadavecchia. «Abbiamo già individuato qualche rinforzo che farebbe al caso nostro e anche il futuro allenatore del Manduria. Ma prima di mettere nero su bianco, intendiamo aspettare l’esito del confronto con gli amministratori della nostra città, programmato per la fine di maggio»
Senza la totale riqualificazione dello stadio “Nino Dimitri” e la conseguente omologazione completa della capienza, l’attuale dirigenza che regge le sorti del Manduria consegnerebbe il titolo sportivo al sindaco.
«Noi saremmo pronti a ripartire» sono le parole del presidente Pinuccio Spadavecchia. «Abbiamo già individuato qualche rinforzo che farebbe al caso nostro e anche il futuro allenatore del Manduria. Ma prima di mettere nero su bianco, intendiamo aspettare l’esito del confronto con gli amministratori della nostra città, programmato per la fine di maggio».
In quella circostanza, Spadavecchia e gli altri dirigenti chiederanno garanzie precise sui lavori da effettuare allo stadio per renderlo nuovamente agibile in ogni sua parte. Sino al campionato appena concluso, infatti, la capienza della tribuna, ad esempio, è stata estremamente limitata. Un handicap, questo, che preclude al sodalizio biancoverde la possibilità di varare programmi ambiziosi, non potendo contare a priori su incassi in grado di contribuire al ripiano delle spese.
Già la scorsa estate il Comune aveva promesso alla dirigenza l’avvio dei lavori in autunno. In realtà, l’intero campionato è finito e il cantiere non è stato mai aperto.
«Dall’Amministrazione ci aspettiamo le giuste garanzie sull’esecuzione degli interventi necessari per rendere agibile lo stadio in ogni sua componente, compresa la tribuna coperta, per la quale attendiamo che venga riammessa la capienza completa» sono le parole del presidente Pinuccio Spadavecchia. «In caso contrario, non esiteremo a farci indietro, consegnando il titolo al Comune».