sabato 30 novembre 2024


09/06/2016 10:39:10 - Manduria - Attualità

Parte dei genitori preoccupati per la sicurezza dei loro figli. Ma dal 1995 negli uffici del giudice di pace di Manduria non è mai accaduto nulla

Uno dei tre padiglioni della scuola primaria “Don Bosco” come futura sede dell’Ufficio del Giudice di Pace.
E’ l’ultima possibilità per salvare il presidio giudiziario di Manduria, che, entro il 30 settembre, deve lasciare l’attuale sede (la struttura che ospitava il tribunale, lungo la circonvallazione).
«Abbiamo assunto un impegno con Ministero degli Interni e Prefettura: entro il 30 settembre l’ex tribunale deve essere vuoto» ricorda il sindaco Roberto Massafra. «Quell’immobile, infatti, ha bisogno di interventi di adeguamento affinchè possa poi trasformarsi in nuova sede del Commissariato di Polizia e del Distaccamento della Polizia Stradale».
Mentre la sezione staccata della Soprintendenza sta per essere trasferita nell’ex convento degli Agostiniani, resta il problema del trasferimento degli uffici del Giudice di Pace.
La soluzione sulla quale sta lavorando l’Amministrazione (l’immobile che si trova nei pressi dell’incrocio fra via Macello e via per Maruggio) non è gradita a parte dei genitori della popolazione scolastica, mentre il Consiglio d’Istituto, seppur a maggioranza, si è espresso favorevolmente.
«L’istituto comprensivo “Don Bosco” ha ben 15 aule non utilizzate: l’intero primo piano del plesso “Fermi”, ora ristrutturato, e aule del plesso “Don Bosco”» ricorda il sindaco Massafra. «Avremmo pensato di utilizzare uno degli immobili della scuola primaria, trasferendo al plesso “Fermi” le quinte classi. Il Comune, poi, realizzerebbe una recinzione per isolare l’immobile scelto dal resto della scuola primaria. Gli interventi di adeguamento richiederebbero dei costi decisamente contenuti: potremmo realizzarli con le maestranze dell’azienda “La Cascina”».
Trattandosi di Giudice di Pace e quindi di cause per lo più di natura civile, non ci sarebbe alcun rischio per gli alunni della scuola primaria delle classi ubicate negli altri due immobili.
«Non riesco proprio a comprendere tutto questo allarmismo, trasmesso ad arte da chi non vuole bene alla città» prosegue Massafra. «Di quali rischi stiamo parlando? Il Giudice di Pace si esprime su contese relative a procedure inerenti il diritto civile e in quanto tale non richiede neppure la presenza fissa di un presidio di vigilanza di forze dell’ordine. Se poi non si vuole più il Giudice di Pace a Manduria, lo si dica pure chiaramente».
C’è chi chiede l’utilizzo dei beni sottratti alla mafia.
«Abbiamo eseguito diversi sopralluoghi: gli interventi (alcuni di difficile realizzazione tecnica) comporterebbero costi ingenti e procedure lunghissime. Non riusciremmo a rispettare i termini indicati nell’intesa sottoscritta con Ministero e Prefettura».
Indubbiamente l’Amministrazione si è mossa con ritardo per recuperare almeno uno degli immobili sottratti alla mafia. Partendo da questo presupposto, ad oggi crediamo non vi siano davvero più alternative. Bisogna decidere se salvare o meno l’Ufficio del Giudice di Pace. Francamente, pur sforzandoci, non riusciamo davvero a comprendere quali rischi correrebbero gli alunni della scuola “Don Bosco”. L’Ufficio del Giudice di Pace è attivo a Manduria dal 1995 e non è mai accaduto nulla. E nulla potrà mai accadere, tenuto conto del tipo di cause arrivano sul tavolo dei giudici.
Ora la palla passa all’Amministrazione: vorrà scontrarsi adesso con i genitori in disaccordo, imponendo la decisione? Oppure prendersi poi le ire della città se a settembre l’Ufficio del Giudice di Pace sarà chiuso?











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