martedì 26 novembre 2024


13/06/2016 20:27:28 - Salento - Attualità

E’ una delle conclusioni del gruppo di studio dell’Accademia dei Lincei sulla Xylella

La Xylella che sta danneggiando gli ulivi della Puglia ha origine da un ceppo unico: è una delle conclusioni del gruppo di studio dell’Accademia dei Lincei sulla Xylella. Nello studio si spiega anche che i vettori della malattia sono gli insetti e le piante che dai vivai vengono trasportate in nuovi impianti olivicoli. Non ha quindi alcun sostegno l’ipotesi di una responsabilità dei laboratori scientifici nella diffusione del batterio. Firmato dagli accademici Roberto Bassi, fisiologo vegetale all’Università di Verona, e Giorgio Morelli, Consiglio per la ricerca in agricoltura, e coordinato da Francesco Salamini, uno dei maggiori botanici italiani, lo studio fa il punto sul complesso dibattito scientifico sul tema. «L'agente causale della malattia è Xylella fastidiosa, una conclusione che abbiamo accettato come non più discutibile», spiegano immediatamente gli autori nella conclusione del rapporto.
Si legge inoltre che "tutti gli isolati di Xylella all’analisi molecolare sono riconducibili a un identico genotipo», un ceppo denominato CoDiRO. «La loro omogeneità molecolare sostiene l’origine della malattia da una unica e recente fonte di infezione. I vettori della malattia sono gli insetti e le piante che dai vivai vengono trasportate in nuovi impianti olivicoli». Il documento entra poi anche nelle questioni 'politichè della faccenda e sulla contrapposizione tra i gruppi di ricerca di Bari e Lecce, «sarebbe invece urgente abbassare l’eccesso dialettico che confonde lo sviluppo di esperimenti e la definizione di conclusioni scientifiche, necessarie e preliminari a decisioni normative e operative».
Il rapporto si conclude con la solidarietà espressa verso il gruppo barese (accusati di aver avuto un ruolo nella diffusione della malattia) «abbiamo, infatti, verificato che le certezze sul caso Xylella dei ricercatori baresi hanno una solida base scientifica». «Stupisce invece - prosegue - che i ricercatori che hanno contribuito a sostenere ipotesi alternative, a fronte di elementi scientifici certi emersi nell’ultimo anno, non abbiano riveduto le loro posizioni e preso le distanze dai gruppi che le sostengono».










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