Ma al termine della prova, Sandra Di Cursi ha chiesto l’intervento dei carabinieri
«Ho inoltrato una domanda per partecipare alla selezione del personale che dovrà essere assunto da Igeco al fine di poter verificare, in prima persona, che ogni prova si svolgesse regolarmente, con la massima trasparenza e senza alcun favoritismo».
Sandra Di Cursi, consigliera comunale eletta nella Lista Girardi, racconta la propria esperienza vissuta a Lecce, presso l’hotel Tiziano, durante lo svolgimento dei test psicoattitudinali. In un’economia che non registra da tempo slanci imprenditoriali, le assunzioni previste per l’avviamento del servizio di raccolta differenziata “porta a porta” ha finito per creare notevoli aspettative fra i tanti disoccupati della città. Circa 900 sono state le domande pervenute all’azienda salentina, la quale, per la selezione dei nuovi dipendenti da assumere, si è rivolta ad società specializzata del recruiting di risorse umane.
«Io, fortunatamente, non ho bisogno di quel posto di lavoro» racconta Sandra Di Cursi, giovane e dinamica consigliera comunale mandurina. «La mia presenza ai test psicoattitudinali ha avuto quindi un preciso significato: intendevo accertare la regolarità delle prove. L’impressione che ne ho ricavato? Ho notato alcuni episodi che non mi hanno convinto e che mi hanno poi indotto a richiedere l’intervento dei carabinieri».
Venerdì, a Lecce, sono stati convocati circa 300 aspiranti operatori ecologici, ai quali sono stati somministrati due test psicoattitudinali (per complessivi 39 quesiti che prevedevano quattro alternative di risposta) e un test di cultura specialistica (con 18 quesiti che prevedevano tre alternative di risposta). Complessivamente, quindi, 57 domande, alle quali bisognava rispondere in 18 minuti.
«Innanzitutto ho notato una prima anomalia: sono stati esclusi circa 600 disoccupati. Le esclusioni, per quanto ci è stato riferito, sarebbero state determinate dall’assenza dei requisiti richiesti oppure da carenza nella documentazione da allegare alla domanda. Qualche dubbio resta: possibile che ben 600 disoccupati (su circa 900 manifestazioni di interesse presentate) non avessero i requisiti richiesti?» si chiede Sandra Di Cursi. «Il regolamento dei test prevedeva l’assegnazione di un punto per le risposte esatte e di nessun punto per le risposte sbagliate o lasciate in bianco.
Abbiamo fatto notare che, in sede di correzione, si sarebbe potuto alterare l’esito dei risultati, aggiungendo le risposte esatte negli spazi lasciati in bianco. Ci è stato replicato che, se ci fosse malafede, i commissari sarebbero nelle condizioni di sostituire il foglio e che quindi il problema per loro non si poneva».
Al termine dei 18 minuti, che ai più sono risultati insufficienti per rispondere a tutte le domande, l’episodio che ha indotto Sandra Di Cursi a richiedere l’intervento dei carabinieri.
«Al termine preciso dei 18 minuti, gli addetti hanno iniziato a ritirare le schede. Io ero nelle primissime file dei banchi e, quindi, ho dovuto immediatamente consegnarle. Quando sembrava che tutte le schede fossero state ritirare, si è alzato un primo candidato, che ha fatto notare che non le aveva ancora consegnate. Poi ve ne è stato un altro. Ad entrambi, i commissari presenti non hanno eccepito nulla. In buona sostanza, costoro hanno avuto a disposizione più tempo rispetto agli altri, godendo di un indubbio vantaggio. Ma per i commissari, tutto si è svolto regolarmente. Mi sono allora rivolta alle forze dell’ordine. Se i candidati che sono stati penalizzati lo riterranno opportuno, potranno presentare un esposto alla Procura della Repubblica».