Quasi la metà dei 6.040 docenti che in Puglia avevano fatto domanda di mobilità sono stati, destinati fuori regione. Cifre importanti che potrebbero essere alleviate con le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni a fine mese
Sono ben 1232 i docenti pugliesi di scuola superiore assunti in fase B e C da Gae (graduatorie a esaurimento) con legge 107 e fase C della mobilità, destinati a insegnare fuori regione: 1028 su posto comune e 413 per il sostegno compresi quanti hanno chiesto volontariamente di emigrare. Le domande soddisfatte sono state 1371 su 2168. I pugliesi che sono rientrati 528, quelli che non hanno visto la loro richiesta soddisfatta 435. Vanno ad aggiungersi ai 1099 docenti della scuola dell’infanzia e della primaria e ai 711 della secondaria di primo grado. Sale così il numero complessivo a 2612.
Claudio Menga, segretario regionale Flc Cgil non ha dubbi: «Il quadro (a tinte fosche) dei trasferimenti fuori dalla nostra Regione è ormai completo; nonostante fossimo preparati al peggio, i numeri ci lasciano a questo punto sinceramente interdetti».
Se poi parliamo solo di coloro che in fase C e D avevano avuto come sede provvisoria la Puglia, scopriamo che 802 docenti pugliesi di scuola superiore sui 2182 coinvolti dovranno fare la valigia e prendere servizio il primo settembre nella sede assegnata dall’algoritmo ministeriale, dopo essersi illusi del posto nella propria regione.
Quasi la metà dei 6.040 docenti che in Puglia avevano fatto domanda di mobilità sono stati, dunque destinati fuori regione. Cifre importanti che potrebbero essere alleviate con le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni a fine mese. Per ora non resta che inviare i curriculum ai presidi degli ambiti di appartenenza. Poi si vedrà. Nella fase C, sui posti del potenziamento nella mobilità tra posti comuni e sostegno, dovranno dunque fare le valige e andare fuori regione rinunciando al posto assegnato provvisoriamente in regione con la «Buona Scuola». 202 invece sono i docenti dovranno cambiare restando in Puglia . Particolarmente penalizzati i leccesi (80) e i baresi (48) in questo esodo interprovinciale.
Le destinazioni più frequenti sono risultate al solito Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Lazio. La mail, con l’indicazione della sede, è arrivata alle 4 di mattina. Qualche nottambulo ha lanciato subito la notizia e i telefoni sono diventati roventi, soprattutto quelli dei sindacati, alle prese con le segnalazioni di eventuali errori. I numeri sono impietosi .Sono 79 i docenti pugliesi privi di qualunque titolarità su un totale nazionale di 1157. Per questi la soluzione, limitata al prossimo anno scolastico, sarà quella di prestare servizio in una scuola della provincia di appartenenza. Da prima lettura le classi di concorso più penalizzate sono quelle del sostegno, discipline giuridico economiche (A019) e discipline economiche aziendali (A017). L’algoritmo questa volta sembra aver funzionato anche se sono in tanti a pensare alla conciliazione per evitare il trasferimento.
Ora inizia la corsa alle utilizzazioni e alle assegnazioni provvisorie. In Puglia ci sono ben 3.030 posti in deroga e oltre 1058 cattedre .Saranno in tanti, grazie a questi posti, a fare ritorno in Puglia e rimandare la partenza. Per altri purtroppo nulla da fare: il rientro è rimandato al prossimo anno. Roberto Calienno segretario regionale Cisl scuola non si rassegna a lasciar andare tanti docenti fuori regione «La nostra battaglia continuerà- sostiene Calienno -, nel tentativo di abbassare il rapporto alunni classe che, nella nostra Regione, è ai livelli più alti e sicuramente molto al di sopra della media nazionale. A questa battaglia dovrebbe affiancarsi - conclude il segretario Cisl quella dell’aumento del tempo pieno».
I sindacati contano per questa battaglia sull’aiuto degli amministratori locali, sindaci in particolare, e della regione. Il tempo pieno significa mensa scolastica e lavoro per i dipendenti comunali , ma anche crescita per i ragazzi e il territorio. Resta aperto il problema delle Gae, graduatorie a esaurimento. Per quei docenti poche possibilità di insegnare. Le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni non consentiranno nuovi incarichi se non in piccola parte per il sostegno.
Sulla chiamata diretta le polemiche non si placano. All’ordine del giorno richieste dei Presidi a volte assurde che spesso debordano nel privato. Notizie su figli e su eventuali gravidanza o altri particolari che mettono a disagio i docenti che non hanno nulla a che vedere con la loro attitudine a ricoprire la cattedra. Il lavoro dei Presidi in questi giorni sarà duro come quello dell’Ufficio Scolastico Regionale.
I docenti appena nominati dovranno inviare curriculum e sperare che qualcuno li scelga. Se non dovessero ricevere risposta, allora sarà l’Ufficio scolastico a decidere. Per tanti insegnanti gli ultimi giorni di agosto saranno giorni di timore e di cambiamenti radicali. Lasciare la propria famiglia non sarà facile. La logistica nel nuovo posto di lavoro, i problemi economici, il nuovo ambiente condizioneranno la nuova vita, fatta di viaggi e sacrifici nell’attesa di una nuova mobilità che li riporti a casa.