Il primo presidente dell’Unione Sportiva Manduria fu il ventisettenne Giovanni Dimitri
Novanta anni fa, esattamente l’8 settembre del 1926, nell’abitazione della famiglia Dimitri, in via XX Settembre 102, un gruppo di giovani locali decise di costituire un club calcistico, affiliandosi alla Figc.
A ricordare la ricorrenza è Pietro Capogrosso, tecnico e storico del calcio locale.
«Quel giorno, i presenti decisero di dare vita all’Unione Sportiva Manduria, designando presidente il ventisettenne Giovanni Dimitri e vice presidente Salvatore Mele» ricorda Capogrosso «I componenti di quella prima società furono Giambattista Selvaggi, Gaetano Guida, Achille Matricardi e Giovanni Maruggi. Segretario verbalizzante fu. Corradino Cagnazzi, mentre Pietro Filotico fu designato come tesoriere.
A Manduria, come nel resto della penisola, il football ha natali borghesi, di quella parte di borghesia del primo Novecento colta, onesta e amante delle cose belle e moderne. Non a caso fu proprio questa borghesia che a livello calcistico colse e recepì lo spirito innovatore della “Carta di Viareggio” che modificava radicalmente l’intero impianto calcistico nazionale, codificando norme, atteggiamenti, decisioni e obblighi, un vero e proprio spartiacque per il calcio italiano.
Manduria, avendo già alle spalle una robusta presenza calcistica, fu tra i pochi club meridionali, non professionisti, che rispose positivamente ai dettami chiesti dalla rinnovata e rigenerata F.I.G.C.».
Da allora la maglia biancoverde è stata indossata da campioni del mondo, da calciatori che avevano militato, per anni, nella massima divisione nazionale e alcuni, addirittura, pluriscudettati.
«Ricordo mitici presidenti, come i fratelli Giovanni e, soprattutto, Nino Dimitri, che alla passione, alla competenza e al peso finanziario della società, univano un signorile e ammirato stile» rimarca Capogrosso. «Marcello Manta, direttore sportivo, poteva vantare di avere personali rapporti di amicizia con alcune pietre miliari del calcio italiano da Paolo Mazza ad Italo Allodi, da Carmelo Russo a Carlo Montanari. Non meno importanti le figure degli allenatori da Adolfo Bolognini a Ugo Starace, da Pietro De Santis a Gaudenzio Trentini, da Bruno Ziz a Pasquale Morea, da Gaetano Cillo a Donato Raguso.
Nell’augurare buon compleanno al football manduriano auspico, con sincerità, che il calcio nostrano possa recuperare e riguadagnare l’importanza di un tempo e quei valori fondanti che animò i costituenti nell’ormai lontano 8 settembre del 1926».