In manette dipendenti della società partecipata della Asl addetti alla movimentazione di farmaci presso la farmacia ospedaliera e altri soggetti
Rubavano dall’ospedale «Perrino» non solo medicinali ma anche pannolini, guanti e amuchina le sette persone, per lo più dipendenti della Sanitaservice, società in house della Asl di Brindisi, raggiunte oggi da ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, due in carcere e un obbligo di dimora, eseguite questa mattina dai carabinieri del Nas dei carabinieri di Taranto, congiuntamente con i militari dell’Arma della compagnia di Brindisi. In tutto sono 46 gli indagati nell’inchiesta del pm Valeria Farina Valaori.
Gli investigatori ritengono di aver sgominato un giro di vendita illegale di medicinali ospedalieri ma anche pannolini, guanti e amuchina rubati all’interno della farmacia dell’ospedale 'Perrinò di Brindisi per essere venduti all’esterno tramite un intermediario. Ad acquistarli, persone comuni ma anche, a quanto emerso dalle indagini, uno studio medico e un ristoratore che figurano nell’elenco delle 36 persone che hanno ricevuto stamattina un decreto di perquisizione e sequestri. Gli arrestati, ai quali sono contestati a vario titolo accuse di peculato, furto aggravato, ricettazione e truffa ai danni del servizio sanitario nazionale, sono per lo più dipendenti della Sanitaservice, azienda in house della Asl, con ruolo di portantini e incarico di trasportare farmaci e presidi nei reparti. L’inchiesta è stata eseguita tramite microcamere nascoste all’interno del nosocomio e intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno documentato il sistematico approvvigionamento di prodotti farmaceutici poi consegnati a domicilio da un ambulante di frutta e verdura e dai suoi famigliari.
E’ contestata anche la truffa aggravata in danno dello Stato perché dagli accertamenti è risultato che alcuni dei lavoratori, proprio per compiere i furti, si allontanavano dal servizio. Il peculato invece è riferito a coloro i quali rivestono incarichi di coordinamento all’interno della Sanitaservice. A quanto stimato, il danno provocato alla Asl, il cui direttore generale Giuseppe Pasqualone ha formulato denuncia nel febbraio 2016 dando così il via alle indagini, sarebbe quantificabile in circa 100mila euro nel periodo d’inchiesta, 40mila soltanto negli ultimi tre mesi.