lunedì 25 novembre 2024


26/10/2016 18:34:10 - Salento - Attualità

Il Tribunale di Lecce ha riconosciuto in 50mila euro la somma da versare alla famiglia della studentessa mesagnese a titolo di risarcimento dei danni da lei patiti

Arriva a quasi 7 anni dai fatti e coinvolge direttamente il ministero dell’Istruzione una sentenza di condanna pronunciata ieri dal Tribunale di Lecce (I sezione civile, giudice Nicola Quaranta) in virtù della quale lo stesso dicastero del Governo italiano dovrà pagare - in solido con l’Assicuratrice Inter Partner Assistence - la somma di 50mila euro a titolo di risarcimento dei danni patiti da una studentessa mesagnese (al tempo dei fatti minorenne) già riconosciuta vittima di violenza sessuale da parte di un operatore scolastico all’epoca in servizio presso l’istituto superiore di Brindisi Itis «Giorgi», frequentato dalla ragazza.
Il dipendente dell’istituto - tale F. P. per quei fatti già condannato in sede penale con sentenza divenuta irrevocabile pronunciata nel 2009 - fu ritenuto colpevole di aver palpato seno e glutei della giovanissima «con atto insidiosamente repentino». Atti sufficienti, per la legge, a configurare la fattispecie della violenza sessuale e come tale del resto riconosciuta nel corso del processo penale a carico dell’operatore scolastico. Quest’ultimo - sempre stando agli atti del processo penale - avrebbe perpetrato le molestie in questione nel periodo a cavallo tra l’ottobre 2008 e il dicembre 2009, approfittando del fatto che la ragazza gli fosse stata affidata per ragioni di vigilanza.
Ieri è giunta pure la sentenza del processo civile, con la condanna del ministero dell’Istruzione da parte del giudice che ha accolto l’istanza dei legali della ragazza - da sempre assertori della responsabilità del dicastero in merito all’accaduto - riconoscendo la sussistenza dei presupposti per la richiesta risarcitoria. Un risarcimento, quindi, che vede ritenuto direttamente responsabile il ministero dell’Istruzione, «in virtù - si legge in una nota a firma dell’avv. Giovanni Luca Aresta, difensore della ragazza assieme al collega Francesco Cavaliere - del rapporto di collegamento organico con esso del personale dipendente, del danno che sia cagionato al minore al tempo in cui in cui è sottoposto alla vigilanza di detto personale, quindi, di surroga al personale per gli illeciti dallo stesso compiuti».










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