Era stato inizialmente ricoverato all’ospedale di Manduria. In un mese, in Puglia, 11 decessi causati dall’influenza A
«Sospetta encefalite acuta», una diagnosi di quelle che fanno tremare i polsi. L’altra notte (fra venerdì e sabato) un bambino di 2 anni è stato ricoverato d’urgenza nel reparto di rianimazione del “Vito Fazzi”. Non si può escludere che l’improvviso insorgere della malattia possa essere legato al contagio pandemico dell’influenza A (H1N1). Il piccolo, figlio di una coppia di San Pancrazio, stava bene e non accusava alcun malessere.
Durante la notte di giovedì aveva cominciato ad accusare febbre alta e malessere generale. In un primo tempo, nella mattinata di venerdì, era stato ricoverato all’ospedale di Manduria. Ma qui, dopo i primi accertamenti e le prime cure non risolutive, i sanitari hanno deciso di trasferirlo in una struttura di rianimazione.
«Il bambino sta male», conferma senza reticenze il primario del reparto della rianimazione leccese, Raffaele Caione: «intanto abbiamo prelevato un tampone faringeo; l’abbiamo mandato a Bari e attendiamo l’esito».
Sul fronte della diffusione dell’influenza A l’assessorato regionale alla Sanità ha intanto diffuso il «bollettino» degli effetti sulla popolazione pugliese. Dall’inizio della pandemia, ossia dal 3 novembre scorso e fino a giovedì 26 novembre, nell’intera regione si registrano 11 decessi: 2 maschi e 9 donne. Tutti soggetti nei quali preesistevano condizioni di salute precaria.
I soggetti ricoverati in condizioni gravi nei reparti di rianimazione o di pneumologia (per insufficienza respiratoria) dell’intera regione sono stati 57.
Una giovane sordomuta di Trento, che di notte ha accusato un grave problema respiratorio legato probabilmente all’influenza A, è stata salvata grazie ad un sms da lei inviato alla Polizia utilizzando un servizio predisposto dalla Questura.
La donna, da sola in casa, dopo essersi sentita male ha inviato un messaggio al numero di cellulare predisposto appositamente per questi casi dalla Questura di Trento, lasciando il proprio indirizzo e uno speciale codice numerico che indica il tipo di emergenza. La centrale operativa ha quindi allertato i sanitari del «118» che sono prontamente intervenuti a casa della sordomuta e l’hanno trasportata al pronto soccorso. Qui è stata sottoposta ad una serie di esami.