Si parla di oltre 10 milioni di piante infette
«Disastrosa la stima del danno arrecato dalla Xylella fastidiosa nelle province di Lecce, Taranto e Brindisi secondo quanto rappresentato dal direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Gianluca Nardone. Si parla di oltre 10 milioni di piante infette e di un danno che supera di gran lunga il miliardo di euro».
Lo denuncia il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele. «Dopo aver creato il Piave per evitare che la fitopatologia dilaghi ancora, attraverso il primo serio piano di monitoraggi - afferma - il 2017 sarà l’anno in cui la Regione Puglia (ci ha garantito il direttore Nardone) grazie ai migliorati rapporti con l’UE, potrà dare risposte concrete agli olivicoltori senza reddito da 3 anni».
In base agli articoli 16, 17 e 18 del Regolamento Ue n. 652 del 2014, per cui il budget comunitario totale per fitopatologie e zoonosi è pari a 20 milioni di euro, il direttore Nardone ha chiesto alla DG Sante un congruo sostegno finanziario per le attività di eradicazione, controllo e sorveglianza della malattia, sottolineando che per i monitoraggi la Regione Puglia ne ha già spesi 5 e stigmatizzando la evidente e grave insufficienza del fondo».
Le notizie sono state condivise dal direttore Nardone - è detto nella nota - nel corso dell’assemblea di olivicoltori organizzata da Coldiretti a Manduria.
Intanto, i ricercatori stanno lavorando per sconfiggere la Xylella fastidiosa in rapida espansione in tutta Europa. Gli strumenti su cui si punta sono i sensori sulle foglie malate ma anche simulazione del clima e dei comportamenti delle piante grazie ad un super computer in grado di ricostruire la vulnerabilità degli ulivi all’infezione. Una sorta di “grande fratello” per capire come si diffonde la malattia degli ulivi in modo da fare la diagnosi precoce dei sintomi.
A farlo sapere è la Fondazione Cmcc, impegnata nell’ambito del progetto internazionale finanziato dall’Unione Europea, Xf-Actors, coordinato dal Cnr-Ipsp di Bari, l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante. «Utilizzeremo pacchetti di sensori messi sul tronco degli ulivi - spiega Monia Santini del Cmcc - in modo da acquisire dati in continuum su alcuni parametri eco-fisiologici, come temperatura, viscosità e velocità della linfa, livelli di penetrazione della luce attraverso la chioma; in questo modo si potrà monitorare lo stato di salute delle piante».
Simulazioni climatiche regionali che poi saranno utilizzate per fare una mappatura su come e dove potrebbe diffondersi il batterio in Europa nei prossimi decenni grazie ad un clima favorevole, con l’identificazione di potenziali corridoi “preferenziali”.
Quanto alla prevenzione e alla mappatura delle piante infette, la Fondazione ha realizzato con l’Università del Salento, il progetto “Antidote”, finanziato dalla Regione Puglia. Utilizzando i sensori e integrandoli con le informazioni dai modelli fisico-matematici per la riproduzione delle fasi vegetative dell’olivo, si arriverà a una metodologia d’avanguardia per il rilevamento precoce e il monitoraggio sul territorio. L’obiettivo è capire, ad esempio, in quale periodo dell’anno c'è più probabilità che gli alberi siano infettati, perché più vulnerabili, o che l’infezione possa diffondersi più facilmente e combinarsi con altri fattori, quali ad esempio lo stress idrico dovuto a siccità.