lunedì 25 novembre 2024


12/04/2017 07:20:24 - Salento - Attualità

La tecnica degli innesti, seguita scientificamente nel campo sperimentale di Presicce e con la regia di Coldiretti Lecce, potrebbe essere l'unica speranza da perseguire per salvare un patrimonio irripetibile come quello costituito dagli ulivi millenari del Salento

Coldiretti Lecce in campo per salvare gli ulivi monumentali del Salento. In località Masseria Visciglito a Strudà, frazione di Verone, nell'ambito di una conferenza stampa in campo, sono stati effettuati gli innesti sulla millenaria “Regina”, un ulivo di circa 2mila anni dedicato alla ex first lady americana Michelle Obama. L'albero, vero monumento vegetale, è ormai pesantemente attaccato da Xylella fastidiosa. I maestri innestatori hanno effettuato in diretta gli innesti con le due varietà resistenti, “Leccino” e “Favolosa”.
Alla conferenza stampa in campo hanno partecipato il presidente e il direttore di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno e Giuseppe Brillante, il ricercatore del Cnr Ipsp di Bari, Pierfederico Lanotte.
La tecnica degli innesti, seguita scientificamente nel campo sperimentale di Presicce e con la regia di Coldiretti Lecce, in cui sono stati innestati 5mila ulivi con diverse varietà, potrebbe essere l'unica speranza da perseguire per salvare un patrimonio irripetibile come quello costituito dagli ulivi millenari del Salento. In particolare il Re e la Regina, in agro di Vernole, sono due alberi di grandissimo valore storico. Hanno entrambi circa 2mila anni e galvanizzano da sempre l'attenzione di turisti da tutto il mondo.
Coldiretti Lecce ha già avviato da tempo una serie di corsi per formare maestri innestatori che possano intervenire con tecniche ad hoc nel “bosco” degli ulivi salentini bruciato dal batterio da quarantena. Corsi che finora hanno formato già 90 coltivatori e che saranno effettuati in modo più capillare nelle prossime settimane.
“L’innesto in campo – dice il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno - è una pratica, andata quasi in disuso, ma che può rappresentare una risposta valida alla esigenza di salvaguardare un patrimonio storico-ambientale quale gli alberi monumentali ampiamente diffusi ed apprezzati nel nostro territorio. Per tale ragione andrebbe sostenuta fortemente da un piano regionale di intervento. E’ anche una risposta degli imprenditori che non si vogliono rassegnare e soccombere al declino cui ci condanna la Xylella”.
“Gli ulivi monumentali - aggiunge Pierfederico Lanotte, del Cnr Ipsp di Bari - meritano ogni sforzo perché oltre ad essere paesaggio e tradizione sono anche un patrimonio produttivo: ci sono piante nel Salento che da sole arrivano a produrre un quintale e mezzo di olive. Per quanto riguarda gli innesti, i rilievi che stiamo effettuando sui campi sperimentali continuano a darci speranza e siamo impegnati nel comprendere le ragioni fisiologiche dell'apparente successo di questa tecnica”.










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