lunedì 25 novembre 2024


08/05/2017 08:26:03 - Salento - Attualità

 La famiglia del medico: «Si diano subito delle risposte: ora rischia la vita»

«Chiediamo per l’ennesima volta un segnale dal governo, dai nostri parlamentari, da chi rappresenta questo territorio, per porre fine a questo suo estremo gesto».

É l’appello pubblico che rivolge la famiglia di Giuseppe Serravezza, l’oncologo salentino che da 11 giorni non mangia e non beve per protestare contro l’approdo del gasdotto Tap a San Foca, marina di Melendugno. Ieri Serravezza ha ripreso anche lo sciopero della sete, interrotto solo per 24 dopo un incontro venerdì scorso col governatore della Puglia, Michele Emiliano.

«Papà ha perso 12 chili - si legge nell’appello - la sua funzionalità renale è alterata e rischia di essere seriamente compromessa perché non beve. I 94 sindaci del Salento si sono mobilitati con lui, stanno urlando le istanze di un intero territorio, ma voi preferite tapparvi le orecchie. Ne prendiamo atto, risponderete alla vostra coscienza. Noi vi chiediamo, col cuore in mano, di mettere da parte i vostri veleni, le beghe politiche, i risentimenti personali. Qui c'è un uomo che rischia la vita per dare voce ad un territorio intero che vuol decidere il proprio futuro».

«A prescindere dal fatto che si possa condividere o meno questa battaglia - prosegue l’appello - ricordiamo che prerogativa della politica è l’Ascolto. Ci sono 94 sindaci che hanno sottoscritto un appello al governo e non hanno ricevuto risposta. C'è un intero territorio che chiede ascolto per giungere a soluzione condivisa su questo progetto, un territorio che chiede di ridiscutere la scelta del sito, ma di fronte a questa richiesta registra solo silenzio da parte del governo nazionale, in aggiunta a sterili polemiche e mistificazioni. Quando un cittadino chiede ascolto, quando 94 sindaci vi chiedono ascolto e un intero territorio alza la voce, voi politici avete il DOVERE di chinare il capo ed ascoltare. Ignorare il grido di dolore di questa terra, non vi porterà lontano».

E infine: «Ci rimettiamo alla vostra coscienza: papà è un uomo che lotta da sempre per questo territorio, dentro e fuori dagli ospedali, e senza secondi fini. E forse noi salentini tutti, un uomo così non ce lo meritiamo».











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