Nuovi casi fra Ceglie, Francavilla, Oria, Carovigno e S. Michele Salentino
La Xylella Fastidiosa mette sotto scacco il brindisino. L’area assomiglia ormai ad una polveriera la cui esplosione interessa un vasto raggio. A ferro e fuoco la Valle d’Itria. Settantanove nuovi campioni positivi al batterio che uccide - disseccandoli - gli ulivi pugliesi. Dopo aver cambiato il volto di una vasta area del Leccese - Gallipoli in primis - la patologia colpisce in maniera durissima ancora una volta il Brindisino. Decine di nuovi focolai sono stati scoperti nell’area che si estende da Ceglie Messapica a Francavilla Fontana fino a Oria, a Carovigno e a San Michele Salentino.
La batteriosi che sta devastando con danni ormai incalcolabili la Puglia, il suo paesaggio, preoccupa sempre più gli olivicoltori del Nord Barese, territorio in cui si produce l’olio extravergine d’oliva d’eccellenza. Considerando che la malattia avanza sempre più (e a ritmi elevati) verso Nord, l’ipotesi che quest’area possa farla franca appare piuttosto debole. Si deve sperare, piuttosto, che la sputacchina (l’insetto vettore della patologia) arrivi lì il più tardi possibile.
Preoccupa la capacità del batterio di avanzare su un fronte che si fa sempre più esteso. Un olivicoltore salentino - che chiede l’anonimato - denuncia che «un manipolo di uomini senza scrupoli distribuisce moduli da utilizzare per opporsi ai decreti di sradicamento». Si spiega così perché la volontà comunitaria (che si rifà ai dati oggettivi forniti dagli scienziati) non venga rispettata. Gli sradicamenti vengono effettuati con il contagocce e le buone pratiche eseguite a macchia di leopardo. È opportuno sottolineare che le potature, così come le arature, non danno alcun risultato utile se nell’area in cui vengono effettuate non si sradicano gli alberi ammalati. In pratica, è come se un chirurgo non rimuovesse il tumore prima di passare alle altre terapie.
Da più parti la Regione Puglia viene accusata di avere assunto una linea troppo morbida e di avere tollerato comportamenti troppo «rilassati» da parte di alcuni proprietari di ulivi. Il piano Silletti (prendeva il nome dall’allora commissario delegato per l’emergenza) prevedeva lo sradicamento di migliaia di ulivi per salvarne alcuni milioni. Un prezzo alto da versare, ma con estrema probabilità necessario per arrestare l’avanzata della Xylella. Abbattere un ulivo vuol dire commettere un vero e proprio delitto, ma evitarlo può risultare - in questa fase - molto pericoloso.
Se, infatti, nelle aree di Gallipoli e di Oria gli ulivi ammalati fossero stati sradicati, con grande probabilità la situazione oggi non sarebbe così grave. Si tenga poi presente che migliaia di ulivi sani in Puglia ogni anno vengono sradicati. Eppure, sono in pochi ad agitarsi e a denunciare questa ignobile attività a sfondo commerciale (gli alberi vengono portati al Nord per adornare le ville).
Fonte: rete