La resa produttiva è mediamente di 600 quintali ad ettaro, per un totale di 900mila quintali ed un valore di 25 milioni di fatturato
Si preannuncia un'annata d'eccezione per la produzione made in Salento di angurie. Una serie di condizioni climatiche hanno determinato un raccolto di ottima qualità anche se lievemente inferiore come quantità. Nei prossimi giorni si entrerà nel periodo clou della raccolta, il cui arco temporale va da giugno ad agosto. I comuni a maggior vocazione per la coltivazione delle angurie sono Nardò, Galatone, Copertino e Parabita. Di tutto i rispetto i numeri di questa coltura: nella provincia di Lecce gli ettari coltivati sono circa 1.500, di cui circa 200 destinati alla produzione di baby-angurie, una varietà con frutti di piccole dimensione (al di sotto degli 8 chili), molto richiesta dai mercati del Nord Europa: Germania, Francia, Inghilterra in primis.
La resa produttiva è mediamente di 600 quintali ad ettaro, per un totale di 900mila quintali ed un valore di 25 milioni di fatturato. Questa coltura, che è ormai da tempo una delle eccellenze del Salento, attiva 75mila giornate lavorative. La varietà più comune tra quelle coltivate è la Dumara il cui frutto è un'anguria ibrida di forma allungata ovale e dal peso medio di oltre 10 chili. La buccia si presenta di colore verde striato, è molto consistente e si presta bene ai lunghi trasporti. Si consuma fresca, da sola o utilizzata come ingrediente per macedonie o per la preparazione di marmellate, confetture, dolci, sorbetti e gelati. Presenta una buona quantità di vitamina A, vitamina C e Potassio.
“Ci sono tutte le condizioni perché sia un'annata importante per la produzione di angurie salentine - dicono il presidente di Coldiretti Lecce, Pantaleo Piccinno e il direttore Giuseppe Brillante – Il nostro appello è che il mercato privilegi i nostri prodotti che danno garanzie di una qualità elevata e del rispetto delle regole di salubrità poiché l'intero settore è sottoposto a controlli capillari degli organismi preposti per il rispetto delle norme sanitarie”.
L'anguria è peraltro il frutto principe dell'estate. Mangiandola possibilmente fresca o perfino fredda, permette in pochi minuti di recuperare i sali minerali persi con l’inevitabile sudorazione. Uno dei tanti benefici che arrivano da questo frutto voluminoso quanto prezioso, composto per il 95 per cento di acqua, combinata con il licopene, antiossidante tipico del pomodoro, in grado di conferire alla polpa dell’anguria la colorazione rossa. Rinforza inoltre il sistema immunitario, ha proprietà antinfiammatorie, depura l’organismo, migliora l’aspetto della pelle e dei capelli, aiuta la circolazione e la solidità delle ossa.
La polpa dell’anguria contiene inoltre vitamine A e C, potassio, fosforo e magnesio. La presenza di vitamina C e potassio in particolare ha un’azione depurativa e detossificante che rende l’anguria un frutto ideale per contrastare in maniera naturale la ritenzione dei liquidi, il gonfiore alle gambe e l’ipertensione. E' inoltre ricca di carotenoidi in grado di combattere l’azione dei radicali liberi e quindi l’invecchiamento delle cellule. Tra questi, il licopene, un nutriente importante in quanto sarebbe in grado di ridurre il rischio di ammalarsi di diversi tipi di cancro.