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23/06/2017 09:03:38 - Provincia di Taranto - Cultura

Ilva Football Club, scritto da Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò, descrive una Taranto lontana, sconosciuta ai più giovani. L’opera racconta l’epopea di una generazione incolpevolmente soggiogata dall’Ilva

 
Un viaggio nel profondo della società del Tarantino. Ilva Football Club, scritto da Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò, descrive una Taranto lontana, sconosciuta ai più giovani. L’opera racconta l’epopea di una generazione incolpevolmente soggiogata dall’Ilva. E’ l’omaggio di un giornalista sportivo nato al quartiere Tamburi di Taranto, che dopo il sequestro dell'Ilva da parte della magistratura per disastro ambientale, decide di riannodare i fili del passato. Un omaggio ad una città vittima dell’inquinamento e dei tumori; a quella generazione di calciatori, scomparsa a causa dell'inquinamento, degli anni '70 e '80; alla storia di Taranto, stretta dalla crudele morsa dell'acciaio che le impedisce di costruire memoria e futuro.
Col pretesto di cercare, con vana consapevolezza, la "maglia grigia" – indossata durante un torneo e che tanto ricordava il colore del siderurgico – si trasforma in un viaggiatore nel tempo, raccogliendo anzitutto la sua testimonianza, e poi quelle di un commerciante diventato memoria storica del football di quartiere e di un ex allenatore delle formazioni amatoriali. Si dipana così la vicenda di un Ulisse catapultato negli anni drammatici in cui il "colosso d'acciaio" era il totem fasullo di un tragico benessere; fino alla trasfigurazione della vicenda nel grande racconto collettivo di undici, anonimi, campioni.
L'Ilva Football Club è una squadra immaginaria, ricostruita immaginando di mettere insieme le "figurine" di alcuni tra i tanti che a Taranto lasciarono la giovinezza sul terreno del campo sportivo Tamburi vecchio: a un passo dalla fabbrica più inquinata d'Europa, a due dal cimitero dove le polveri minerali colorano di rosso le lapidi. Un racconto nel quale tre storie parlano del passato, del presente, del futuro, intrecciandosi. È la "Spoon River" dei campi di calcio in terra battuta sui quali si è scritto un pezzo della disastrosa parabola industriale del Mezzogiorno, attraverso la lente del calcio giocato in un quartiere-simbolo. Vite perdute e vite che resistono nella trincea della memoria. Lo slancio di chi non si arrende a un destino e crede possibile ancora giocare l'ultima partita, la partita della vita, a prescindere dal risultato.
Fulvio Colucci è giornalista e scrittore. Redattore tarantino della Gazzetta del Mezzogiorno, da oltre vent’anni racconta storie di cronaca e umanità. Vincitore del premio Ilaria Alpi nel 1995 ha pubblicato, insieme a Giuse Alemanno, Invisibili – Vivere e morire all’Ilva di Taranto (Kurumuny, 2011. In due lavori: Liberté! (Il Grillo, 2011) e La zattera (Il Grillo, 2015) si è occupato di immigrazione e call center.
Converseranno con l’autore la fondatrice di “Terrazza Nardina” Adina L’Assainato e la Professoressa Giulia Calogero.
L’appuntamento è per oggi, venerdì, alle ore 20.30 presso Terrazza Nardina – Via Crispi 12 A, Grottaglie.
Ingresso libero.











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