lunedì 23 dicembre 2024


07/12/2009 19:09:04 - Manduria - Cultura

Tanti consigli per un regalo di una dimensione più alta…

La tovaglia antica, diplomaticamente trafugata dalla dote della nonna prima che il suo passare a miglior vita ci costringa a dividerla con qualcun altro, sperando che venga dimenticata, il centrotavola consigliato dall’esperto nel corso della nostra trasmissione preferita che fa pendant con le candele ad effetto comperate nel negozio appena aperto, addobbi nuovi per il nostro vecchio albero ed una serie di ninnoli sparsi per la casa in sintonia con il nostro gusto per rendere diverso il Natale 2009 da inserire nella lista degli oggetti kitsch da sbolognare in occasione della prima fiera di beneficenza nella parrocchia più vicina, mentre sui fornelli insieme alla nostra cena, per la verità una delle tante del periodo, crisi a parte, cuoce anche la nostra tredicesima, almeno per chi l’ha ricevuta.
Intanto la serie di regali inutili distinti rigorosamente per importanza, nome e sostanza, giace in fondo al nostro vero finto abete in attesa di essere scartati da occhi insospettiti, che dopo un sorriso di circostanza, mugugneranno qualche complimento serrato tra i denti appagando il nostro desiderio che l’acquisto effettuato per l’ospite abbia sortito il suo effetto, ma nel vero senso della parola.
Nel frattempo abbiamo indossato l’abito di grido, non in saldo, faticosamente trovato risolvendo il dubbio amletico del "che cosa mi metto adesso" che si intona con le scarpe e con tutto il resto e che si somma all’altro dubbio di riuscire a trovare un luogo della nostra casa sufficientemente discreto, in cui stipare nella penombra un regalo poco gradito. Insomma, il copione dei comportamenti scongelati ogni anno  in questo periodo è stato rispettato a puntino,  egualmente spartito tra il rispetto della tradizione e qualche rito scaramantico per accattivarsi il favore delle stelle.
Quando all’improvviso, convinti che tutto sia  a posto, l’ansia comincia a crescere dentro di noi, i
riccioli confezionati da Alfonso nella sua messa in piega cominciano clamorosamente a dare forfait prima del previsto, ci manca il respiro e cresce  la suspense di chi, atterrito dal nostro cambiamento di umore, pensa che qualcosa rovini la festa allontanando da sé il dubbio di un problema di salute che potrebbe rovinarci la cena.
"A Natale non ci devono essere intoppi ".
"Caro, cara (a seconda dei casi), ho dimenticato il regalo per Oscar il nuovo terzo fidanzato di Patrizia, ex moglie del mio ex marito ", sempre che i rapporti tra coniugi siano civili naturalmente. "Sai, anche se non lo conosco, non potevo lasciarlo a casa visto che l’ho invitata".
“E come si fa adesso non possiamo accoglierlo a mani vuote!"
E nello sconforto generale, ecco emergere dal fondo dei nostri pensieri lo storico "Eureka, eppur si muove ".
Ci siamo ricordati della libreria all’angolo di casa, deserta più del Sahara, il cui proprietario, avendo il tempo di osservare la bagarre collettiva, con lo sguardo perso nel vuoto,  sopraffatto dalla preoccupazione della rata del mutuo che rischia di andare in protesto, si sta chiedendo se non era il caso aprire un supermercato per vendere prosciutti invece di una libreria, lasciando da parte le velleità culturali che lo hanno spinto in tal senso.
Quando all’improvviso, il miraggio di un cliente che gli chiede un libro qualsiasi, anche in versione economica, nonostante questi, crogiolato nel suo idealismo, gli ricordi quale sacrilegio si compia nell’effettuare un acquisto così importante in modo tanto anonimo. Siccome anche il libraio ha la cattiva abitudine di mangiare, capitola restando vittima di una cruenta débâcle, perché si è reso conto che quella scelta è stata influenzata dalla scia di emozioni suscitate dall'ultima fiction di turno interpretata da qualche bonona, il cui ruolo è ben lontano dal ritratto del libro da cui è tratta. 
Si conclude nuovamente a sfavore del libro l’ennesimo acquisto di Natale, che vede nel fondo della classifica lo spazio riservatogli sotto l’albero, scelta privilegiata di qualche povero illuso che continua a regalarne sperando che questo possa servire a qualcosa.
Ma al di là del calembour linguistico dello scrivente, non ci si rende davvero conto del valore aggiunto che porta in sé il regalo di un libro che non nutre la pancia, ma alimenta lo spirito e l’intelletto, e Dio solo sa quanto bisogno abbiamo di intelletti illuminati visti i tempi che corrono! Nell’atto stesso in cui viene consegnato, quando la scelta è fatta in modo oculato, vi è la certezza che fra tanti ho preferito quello per lui o per lei, soprattutto a Natale, quando cresce la voglia di dare una dimensione alta alle cose, lasciandosi trasportare nella realtà del nostro autore preferito.
Perciò, lasciamo parlare attraverso un libro la nostra interiorità, magari operando delle scelte che sappiano coniugare i sentimenti di un momento al titolo di un romanzo evergreen vissuto fino in fondo e non spolverato di tanto in tanto. E mosso dall’illusione di aver suscitato un minimo interesse in questa direzione, mi permetto di giocare con l’eventuale lettore di questo articolo, consigliando qualche titolo, invitandoti a scegliere (mi rivolgo a te in prima persona), “Alice del paese delle meraviglie” se ti piace navigare con la fantasia e non solo con internet, o a leggere “Don Chisciotte della Mancia” se credi di combattere una casa persa, o “Il gabbiano Jonathan Livingstone” se non riesci a spiccare il volo. Se pensi di essere vittima dei pregiudizi confrontati con “Il colore viola”; se sei un appassionato di viaggi “Il giro del mondo in 80 giorni”; se pensi di essere vittima della patria “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” o “I dolori del giovane Werther”; se non riesci a comprendere il potere leggiti il repertorio dei classici latini e greci; se hai bisogno che qualcuno ti dica cosa fare prova a chiederlo alla Bibbia e al Siracide; se sei un tipo natalizio in tutti i sensi allora non perderti “Canto di Natale”; se sei in crisi chiedi illuminazione al “Diario di Anna Frank”. Se ti senti incatenato ad un amore c’è “Notre Dame de Paris”; se ami il movimento beat allora “On the road” fa per te; o sei fai parte di una comitiva che manca di iniziativa è il caso di confrontarti con “I ragazzi della Via Pal”; se sei scontento della tua classe il libro “Cuore” devi leggerlo assolutamente.
Il repertorio di libri da elencare è amplissimo ed aspettano di incontrare te.
Quanto a me non resta che dire oltre che Buone Feste, “buon libro a tutti”.

Mimmo Palummieri










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