L’assessore di Avetrana Baldari torna chiedere l’utilizzo a fini irrigui delle acque del depuratore consortile Manduria-Sava
Finita l'emergenza idrica l'assessore ai Lavori Pubblici, ha convocato per domani mattina un vertice presso la Regione Puglia con gli amministratori dei Comuni che si battono contro la realizzazione dei dissalatori. La Regione spera di convincere gli amministratori che non c'è più tempo da perdere per realizzare queste gigantesche opere da 200 milioni di euro ciascuno, che sarebbero capaci di salvare dalla sete i territori del Salento e della provincia di Taranto in particolare.
Contestualmente a questa notizia sul vertice per i dissalatori che secondo gli ambientalisti non rappresentano la soluzione al problema della sete, l’assessore Antonio Baldari del Comune di Avetrana si chiede “perchè la regione Puglia e soprattutto l'Acquedotto Pugliese non intervengono per variare il progetto di realizzazione del depuratore consortile Manduria-Sava, il quale dovrà rispettare le recenti prescrizioni della Regione Puglia in tema di riutilizzo a fini irrigui delle acque reflue trattate”.
Oltre un mese fa i sindaci di Avetrana (Mario De Marco), Manduria (Francesco Massaro) e Sava (Aldo Maggi) hanno posto uno specifico quesito alla Regione Puglia ed all'Acquedotto Pugliese, senza però ottenere risposta. Due gli obiettivi che intende raggiungere il Comune di Avetrana: individuare un altro sito per l'impianto di depurazione consortile Manduria-Sava (quello attuale è vicino alla zona turistica Urmo di Avetrana) ed evitare lo scarico a mare.
L'ipotesi prospettata da Avetrana è quella di spostare il sito del depuratore in una zona più interna e di evitare lo scarico a mare delle acque, convogliandole nelle condutture del consorzio di bonifica dell'Arneo e, quelle in eccedenza, nelle cave esaurite di Avetrana, da trasformare in trincee drenanti.
Ma ogni discorso può essere intavolato solo dopo che la Regione avrà fornito una chiara risposta.