La sforbiciata sarà più consistente per chi ha versato meno contributi: un ex consigliere regionale con una sola legislatura alle spalle, vedrà l’entità del suo vitalizio passare dalla media attuale di 4mila euro lordi a poco più di mille euro lordi
Un risparmio niente male per le casse regionali. Un salasso consistente per gli ex consiglieri. La norma che taglia i vitalizi, approvata alla Camera, potrebbe avere effetti pesanti anche sul parlamentino regionale di via Capruzzi, visto che alle nuove regole dovranno attenersi anche i consigli regionali, pena il taglio dei contributi statali. Potrebbe perché la riforma Richetti che ricalcola col metodo contributivo i vitalizi, varata alla Camera grazie all'asse tra Pd e Movimento Cinque Stelle, deve ancora passare dal voto del Senato.
Tuttavia negli uffici regionali già ci si prepara perché un eventuale cambio delle regole provocherebbe uno stravolgimento totale nei bilanci del consiglio e nei portafogli degli ex. Ogni anno la Puglia spende 15 milioni di euro per garantire il vitalizio a 206 fra ex consiglieri regionali e vedove (la reversibilità garantita dopo il decesso degli ex consiglieri). Con la nuova norma la spesa scenderebbe a 9 milioni di euro. I calcoli sono presto fatti: tra gli ex c'è chi percepisce fino a 11mila euro, avendo alle spalle anche più di tre legislature e chi invece, con cinque anni in consiglio, si ferma a 3-4mila euro.
Le nuove norme prevedono tagli per tutti, ma non della stessa portata. La sforbiciata sarà più consistente per chi ha versato meno contributi. Un esempio? Secondo le prime proiezioni, un ex consigliere regionale con una sola legislatura (5 anni) alle spalle, vedrà l'entità del suo vitalizio passare dalla media attuale di 4mila euro lordi a poco più di mille euro lordi. In pratica, un crollo da 48mila a 15mila euro lordi all'anno.
Stando ai primi calcoli, sarà invece molto più contenuto il taglio che subiranno i vitalizi degli ex consiglieri più longevi, quelli che hanno alle spalle dieci o quindici anni di attività nell'aula del parlamentino regionale. Con la nuova legge percepirebbero 100mila euro lordi l'anno e non più gli attuali 116mila annui. Insomma, come ogni metodo contributivo che si rispetti, riceverà di più chi avrà versato più contributi.