venerdì 22 novembre 2024


21/09/2017 07:34:04 - Manduria - Politica

Attraverso facebook interviene anche il vice sindaco uscente Gianluigi De Donno

«Mai, come in quest’ultima consiliatura, abbiamo avuto un Consiglio pessimo, in cui si faceva fatica a riconoscere l’opposizione dalla maggioranza».

All’indomani dello scioglimento del Consiglio comunale, i vari partiti prendono posizione. Arguta è l’analisi del rappresentante dei Verdi, Gregorio Mariggiò.

«Secondo me la vera “pulizia politica” dovrebbe cominciare con l’esclusione dalle liste elettorali di tutti i consiglieri di quest’ultimo Consiglio comunale: chi ha firmato le proprie dimissioni non deve ergersi a “salvatore della patria”, anzi!» è l’opinione di Mariggiò. «I festeggiamenti per lo scioglimento? Da dirigente di un movimento politico, mi sento parte lesa. Personalmente festeggerò solo se ci sarà lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose!».

Attraverso facebook interviene anche il vice sindaco uscente Gianluigi De Donno.

«La buona politica manduriana, quella che negli ultimi 16 anni ha sempre affrontato e risolto i problemi della città con lo strumento dello scioglimento anticipato del Consiglio comunale producendo innumerevoli periodi di gestione commissariale (i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti), si è all’improvviso scoperta grande elettore del partito del commissario» rimarca De Donno. «Un partito e un capo anomalo perché non viene eletto dai manduriani e non risponde del proprio operato agli elettori, un capo dell’Amministrazione che opera le proprie scelte amministrative in totale autonomia. A questi protagonisti della “buona politica”, che ritengono che un commissario mago Merlino possa fare meglio e di più di una Amministrazione politica, ricordo uno dei primi problemi che ho affrontato nel 2013, quando partecipai ad una riunione dell’assemblea del SAC “Arneo Costa dei Ginepri”. Scoprì che il Comune di Manduria era stato aggregato a questo organismo, dominato da 13 comuni della provincia di Lecce, malgrado avesse avuto la possibilità di costituirne uno proprio (intercettando i relativi finanziamenti) insieme al solo Comune di Porto Cesareo, per una discutibile rinuncia dell’ultimo commissario prefettizio che ha guidato Manduria».











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