L’ingiusta esclusione dagli Invictus Games 2017 e la sua toccante lettera agli atleti convocati
Carlo Calcagni è un uomo dello Stato. Un uomo che ha pagato un prezzo caro, come tanti suoi colleghi. Militaro partiti nelle missioni internazionali di pace, inconsapevoli che un destino feroce li avrebbe travolti
Lui è un uomo d’acciaio, ma con un cuore e una generosità che difficilmente trova antagonisti. Carlo Calcagni un uomo di Stato che non lascia indietro nessuno.
Dietro quel grande sorriso che sfoggia, la sua grande tenacia e costanza e quei muscoli tesi e massicci pronti sempre a pedalare, c’è un uomo con una grande sensibilità, di grande umanità e indomabile volontà.
Di lui abbiamo imparato a conoscere la sua drammatica storia, le sue battaglie e la sua interminabile determinazione.
Per lui lo sport è VITA, è benessere.
Il Colonnello del Ruolo d’Onore, la punta di diamante della squadra italiana GSPD (Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa) non parteciperà agli Invictus Games 2017, i giochi paralimpici riservati a militari di tutto il mondo che hanno riportato danni permanenti di ogni tipo e percentuale. Il giallo e il paradosso.
Il Colonnello del Ruolo d’Onore, ex pilota istruttore di elicottero dell’Esercito Italiano, Carlo Calcagni, vittima dell’uranio impoverito, è un atleta incredibile, vittima della Sindrome dei Balcani, la strage silenziosa causata dagli effetti dell’uranio impoverito contenuto nelle munizioni. E’ un atleta della squadra Italiana del GSPD (Gruppo Sportivo Paralimpico Difesa), uno sportivo che ultimamente sembra dover subire pesanti ostacoli che gli avrebbero impedito di partecipare ai “Paralympic Games” di Rio 2016 e ora agli Invictus Games 2017, i campionati militari paralimpici che si svolgeranno a Toronto.
Il caso Carlo Calcagni diventò presto un giallo e un fastidioso paradosso. Un atleta che a volte io stessa ho definito un alieno. Impossibile per le sue patologie poter stare in piedi, figuriamoci poter disputare competizioni ciclistiche e vederlo trionfare sempre e ovunque. Lui ci scherza sopra ma la sua volontà indomita di vivere e correre sulla bicicletta lo hanno reso un personaggio indiscutibilmente di grande esempio, i suoi ben tre ori da poco conquistati agli Invictus Games in Florida, nelle gare di ciclismo olimpiadi militari lo hanno coronato uno dei migliori nell’ambito dello sport militare.
Ma Carlo è un diamante raro, arricchisce il paniere delle medaglie conquistate per la sua Nazione, l’Italia... però per complicate burocrazie è rimasto escluso a quelle stesse competizioni che lui definisce vitali, e di merito. Come atleta, il Colonnello del Ruolo d’Onore Calcagni sa che i suoi giorni sono dedicati a una terribile battaglia contro una malattia multisistemica, cronica, degenerativa e irreversibile, regalo dell’uranio impoverito. Ora questo diamante è stato lasciato in disparte a lottare da solo per un diritto che lui crede fortemente essere stato scippato e che forse non potrà più ottenere.
Ma oggi Carlo Calcagni, come sempre, stupisce.
Carlo dedica una lettera a chi lo segue da sempre, ai suoi fans, ai suoi colleghi e ai suoi compagni di sfide atletiche. Carlo non parteciperà agli Invictus Games 2017, i giochi militari paralimpici che si svolgeranno a Toronto. Il ministro della Difesa, accogliendo gli atleti che sono partiti per il Canada, ha dichiarato pubblicamente: «Quando, tre anni fa, decidemmo per la prima volta di partecipare, non ci aspettavamo le importanti vittorie dei nostri atleti: 7 medaglie d’oro, 9 d’argento e 2 di bronzo. Ogni medaglia è stato un momento di felicità, frutto di un impegno costante e della consapevolezza nelle proprie capacità: ognuno di loro sa che i limiti fisici esistono, ma possono essere superati.
Un messaggio importante, che questo gruppo di militari sta portando avanti con orgoglio e determinazione. Oggi con il Presidente della Repubblica abbiamo voluto augurare loro un grande in bocca al lupo. Siamo sicuri che porteranno avanti con onore il nome dell’Italia!»:
Questa la lettera di Carlo, che ci tiene a rasserenare tutti.
«Carissimi tutti,
alla vigilia della partenza della squadra del GSPD, pronta a gareggiare in varie discipline ai prossimi Invictus Games di Toronto, sento oggi il dovere di informare tutti voi, che da tempo mi seguite con affetto e stima, sostenendomi anche quando la strada si fa più faticosa, che questa edizione non vedrà la mia partecipazione.
Non si tratta di una scelta imposta dalla mia malattia, contro cui finora ho strenuamente lottato, anche nei momenti più duri. Anzi, continuo a sostenere che sia sempre stata la passione per lo sport a salvarmi dalle lusinghe della rassegnazione e, probabilmente, è proprio la bici che fino ad oggi mi ha permesso di VIVERE.
Non è la mia una rinuncia, né tantomeno una resa, perché sino a quando le mie gambe me lo permetteranno non abbandonerò MAI la mia bicicletta, al massimo la trasformerò perché si adegui alle mie inarrestabili limitazioni fisiche.
Questa edizione degli Invictus Games in Canada non mi vedrà competere assieme agli altri atleti della squadra del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, perché esiste un tempo per tutto:
un tempo per gioire,
un tempo per ricevere gli applausi,
un tempo per soffrire e sperare.
Ma esiste anche un tempo per fare spazio, per regalare una possibilità ad un altro collega, ferito anch’egli per onorare la Patria, per dedicarLe, pur con altre modalità, il suo tempo, la sua voglia e le sue energie.
Oggi credo sia il tempo per offrire a chi per la prima volta si onora di far parte di questo Gruppo di nuovi “Eroi” l’occasione di rientrare in Italia magari con le tre medaglie d’oro di cui mi sono fregiato nella precedente edizione in Florida nel 2016, o anche solo carico di quello spirito di partecipazione, di condivisione e dignità che si respira in occasioni come questa, perché possa beneficiarne per il proprio recupero personale e trasmetterlo a chi non è ancora riuscito ad apprezzare ciò che la Vita, anche e spesso ancor più nella sofferenza, ci regala come doni unici e meravigliosi.
Quello che conta è comunque “ESSERCI” per poter VIVERE meravigliose emozioni e saperle raccontare, per condividere sensazioni e trasmettere storie di dolore e soprattutto di RESILIENZA: “ESSERCI” anche senza essere presente.
“ESSERCI” per essere testimoni che lo Sport è uno straordinario strumento, possibile per ciascuno di noi, per dire all'abisso che si è semplicemente più luminosi del buio!»
Il Colonnello del Ruolo d’Onore chiude con una bellissima citazione di Miguel de Cervantes
“Ritirarsi non è scappare, e restare non è un’azione saggia, quando c’è più ragione di temere che di sperare. Non c’è saggezza nell’attesa quando il pericolo è più grande della speranza ed è compito del saggio conservare le proprie forze per il domani e non rischiare tutto in un giorno”.
Caro Carlo, leggo i commenti dei tuoi tanti amici e rimane una grande dubbio: “Come mai ti hanno lasciato solo a difenderti da questa paradossale ingiustizia?”
Cinzia Marchegiani
Per gentile concessione di Freedom Press.CC