lunedì 25 novembre 2024


29/09/2017 08:26:46 - Salento - Attualità

Dopo tre ore lezioni, caratterizzate da “versi di animali, urla e richiami”, il docente si è sentito male ed è stato costretto a far ricorso ai sanitari del pronto soccorso

«Cari genitori, educate i vostri figli al silenzio».

A far rumore è l’appello di un professore di religione, un sacerdote di Nardò che è stato costretto a rivolgersi al pronto soccorso a causa della maleducazione dei suoi alunni. Don Riccardo Personè, cappellano del monastero di Santa Chiara, ha rivolto su Facebook un appello a tutti i genitori. E lo ha fatto allegando il referto medico che testimonia il grado di agitazione che tre ore di lezione gli hanno causato. In un giorno sono arrivati centinaia di commenti e condivisioni.

Versi di animali, domande inutili, irrefrenabili risate e chiasso. Tanto chiasso che il sacerdote è stato costretto a sospendere le lezioni più volte.

«A nulla - racconta - sono servite le note e i richiami». Allora, dopo essersi ripreso dal malore, ha deciso di rivolgersi alle mamme e ai papà degli alunni indisciplinati.

«Riflettete molto a cosa trasmettete a casa ai vostri figli. Se mai vi riunite a pranzo, se mai ascoltate (non sentite!) i loro bisogni e le loro necessità. È così difficile tenerli tranquilli, farli stare seduti. Soprattutto è così difficile - ammette il sacerdote mantenere il silenzio. Sembra che il grande nemico della società di oggi - e quindi anche delle nostre scolaresche - sia il silenzio. È chiaro! Si ha paura del silenzio perché nel silenzio occorre ascoltare, ascoltarsi», ha concluso Don Riccardo.

Poi, sul suo profilo facebook, ha aggiunto un chiarimento.

«Lo scrittore e filosofo francese François de La Rochefoucauld in una sua massima afferma:

“Il mondo ricompensa più spesso le apparenze del merito che non il merito stesso…

Il male che facciamo non ci attira tante persecuzioni e tanto odio quanto ce ne procurano le nostre buone qualità”.

E il papa del sorriso, Giovanni Paolo I, nell’Angelus del 17 settembre 1978, ha detto:

“Per insegnare il latino a John non basta conoscere il latino, ma bisogna anche conoscere e amare John”. E ancora, il generale Wellington, quello che ha vinto Napoleone, ha voluto tornare in Inghilterra a vedere il collegio militare dove aveva studiato, dove si era preparato, e agli allievi ufficiali ha detto: “Guardate, qui è stata vinta la battaglia di Waterloo”.

E così dico a voi, cari giovani: avrete delle battaglie nella vita a 30, 40, 50 anni, ma se volete vincerle, adesso bisogna cominciare, adesso prepararsi, adesso essere assidui allo studio e alla scuola.

Ogni giorno mi sforzo di amare e conoscere gli studenti. Non sono MAI stato contro di loro e, se sono oggettivi, lo possono tranquillamente affermare anche loro.

Il mio era/è un grido per scuoterci, svegliarci! Tutti: genitori e agenzie educative per aiutare i giovani ad essere più umani; più sereni in classe. Ad essere studenti!

Pertanto per evitare ulteriori fraintendimenti voglio ribadire che la Scuola dove insegno (peraltro sono fresco di nomina) col DS, i suoi collaboratori, tutti i docenti, i collaboratori e gli amministravi, in passato ed ancora oggi, ha sempre cercato di essere una Scuola attenta e molto sensibile al mondo degli studenti fornendo loro il massimo della professionalità. Chiedo scusa se ho potuto causare una tale - evidentemente errata! - interpretazione!».











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