Il miracolo della Natura prosegue
Altre sette tartarughine sono sbucate dalla sabbia. Nonostante il freddo, la schiusa delle uova del nido di Campomarino continua con regolarità: ora sono 19 i piccoli esemplari di tartaruga “Caretta Caretta” che, aiutati anche dai biologi del Centro Recupero Tartarughe Marine dell’Oasi WWF di Policoro e da altri volontari ambientalisti del posto, hanno raggiunto il mare.
Il miracolo della Natura, dunque, prosegue. Meravigliando e sorprendendo un po’ tutti, sia per il lungo periodo trascorso dal giorno del ritrovamento del nido (il 13 agosto scorso, all’interno di un lido attrezzato), sia per la temperatura molto bassa e per le frequenti piogge di ottobre, che avevano indotto al pessimismo sulla possibilità della schiusa delle 71 uova.
Invece, da sabato sera, il miracolo della vita va perpetrandosi ancora una volta. Gli esperti avevano notato una piccola depressione nella sabbia nei pressi dell’area in cui era stato ricreato il nido artificiale, protetto in tutto questo tempo, da possibili predatori e da curiosi, con una gabbia in ferro. La depressione era stata creata proprio dalla schiusa delle prime uova e dal tentativo di risalire in superficie delle prime tartarughine.
In effetti, dalla sabbia, il primo giorno, sono venute fuori ben 7 tartarughe. Pur aiutate dai biologi nel cammino, non facile, verso il mare (era stato spianato tutto il tratto di arenile), alcune di loro rischiavano di non farcela, forse proprio per la bassa temperatura della sabbia.
Grazie alla collaborazione della Capitaneria di Porto, alcune di loro sono state trasportate al largo con una imbarcazione e poi lasciate libere nel mare.
Naturalmente il monitoraggio è proseguito, proprio perché si era consapevoli che, all’interno di questo nido, vi fossero ben 71 uova. Giorno dopo giorno, la schiusa è continuata. A turno, prima un’altra tartarughina, poi altre 4 e, infine, nelle ultime ore, altre 7 piccolissimi esemplari di Caretta Caretta (circa 6-6,5 cm, per un peso che si aggira intorno ai 15 grammi), sono spuntati fuori dalla sabbia e sono stati aiutati a raggiungere il mare.
L’incubazione, seppure in un nido artificiale (come è noto, le uova furono spostate in estate in un luogo più appartato e sicuro), sta sortendo gli effetti sperati. Ora vi sono ancora una cinquantina di uova. Potenzialmente, quindi, dalla “nursery” potrebbero arrivare, nei prossimi giorni, altre straordinarie notizie relative a questi esemplari che, purtroppo, sono a rischio di estinzione, anche per colpa dell’uomo: spesso ingoiano gli ami dei pescatori o la plastica che abbonda sempre di più nel mare, scambiata per calamari. Esemplari che sono presenti nello Jonio e che sempre più spesso scelgono le spiagge sabbiose di Campomarino per deporre le proprie uova, sperando nella riproduzione della propria specie.