Il culto verso la santa e la chiesa a lei dedicata a Manduria
Posta quasi a guardia della città, punto di riferimento per chi entra e chi esce a e da Manduria e balcone rivolto verso il centro nel punto di maggiore confluenza per tutte le direzioni, vi è la chiesetta dedicata a Santa Lucia, una costruzione in stile ionico risalente al XV secolo sormontata da una grande cupola da cui derivò uno dei tanti nomi conferiti alla cappella che le valse il titolo di Chiesa della Rotonda.
La storia racconta che su quel modello furono edificate le altre presenti a Manduria, arricchendo ulteriormente il complesso architettonico ecclesiale e monumentale dal quale è derivato l’appellativo di sacro al nostro centro, conosciuto ovunque per la forte presenza religiosa e per i culti di tradizione antichissima.
Particolarmente venerata è la figura di Santa Lucia, che la chiesa ricorda e festeggia il 13 dicembre quasi a preannunciare l’arrivo della Lux dall’origine latina del nome di Lucia, della nascita cioè del figlio di Dio, mandato a portare la luce agli uomini.
La chiesa del centro tarantino vive in realtà della rendita spirituale di un santuario sempre dedicato alla santa, eretto ad Erchie appartenente alla provincia di Brindisi, che negli ultimi anni ha riscoperto la figura della santa rinvigorendone la fede con una forma di devozione rinnovata estesa anche ai centri limitrofi, grazie all’arrivo di reliquie, di festeggiamenti solenni e grazie anche alla presenza di importanti alti prelati giunti nel sito brindisino per ulteriormente diffondere il culto della santa protettrice della vista.
Anche a Manduria i devoti esprimono il loro fervore spirituale verso la santa attraverso una solenne processione, che si snoda per le vie della cittadina, animata dalle consorelle dell’ordine laico della santa, alle quali va riconosciuto il merito di tenere sempre vivo e presente l’amore per la martire siracusana, perseguitata da Diocleziano, che non volle rinnegare la sua cristianità nemmeno sotto la minaccia della morte avvenuta poi per decapitazione.
Non è storicamente accertato dalle fonti il motivo per il quale la santa sia divenuta la protettrice della vista, nonostante non manchino riferimenti ad un avvenimento di cui sarebbe divenuta protagonista in seguito al quale si sarebbe strappata gli occhi da sola, posti sopra un vassoio cui si deve l’iconografia e le raffigurazioni pittoriche che così la ritraggono e ne perpetuano il culto.
La processione di Santa Lucia, insieme alle altre, rompe e colma il vuoto spirituale di tanti, distratti dalla vita e sottratti almeno in quel frangente dalla tentazione di sentirsi padroni di sé stessi, onnipotenti e stretti osservanti di leggi personali. E mentre il suo lento passare costringe i presenti ad una sosta interiore, cresce quel profondo bisogno di senso che ci spinge ogni giorno a rincorrere miti preconfezionati ed omologati.
Mimmo Palummieri