Coldiretti: «Se dovessero perdurare le attuali temperature minime troppo alte per la media stagionale e il caldo anomalo, il rischio è che vigne, ciliegi e altri alberi da frutto, impossibilitati a vivere appieno la fase di quiescenza, subirebbero un risveglio anticipato, con fioriture anomale già a febbraio»
Paesaggio primaverile in Puglia, con alberi di mandorlo in fiore e gemme di albicocchi e peschi che si stanno già dischiudendo, secondo le rilevazioni dei tecnici di Coldiretti Puglia. «Oltre ai mandorli già in fiore, se dovessero perdurare le attuali temperature minime troppo alte per la media stagionale e il caldo anomalo - dice Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia - il rischio è che vigne, ciliegi e altri alberi da frutto, impossibilitati a vivere appieno la fase di quiescenza, subirebbero un risveglio anticipato, con fioriture anomale già a febbraio».
«A nulla vale più - aggiunge - la programmazione degli orticoltori che in Puglia raccolgono broccoli, cavoli, sedano, prezzemolo, finocchi, cicorie, bietole, tutti maturati contemporaneamente per le temperature primaverili. Con la natura sconvolta a preoccupare è il possibile prossimo ed improvviso abbassamento della temperatura sulle piante in fiore con effetti disastrosi sulla raccolta dei frutti primaverile ed estiva».
«In Puglia ieri mancavano all’appello - aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - oltre 191 milioni di metri cubi d’acqua nei 4 invasi foggiani di Occhito, Capaccio, Osento e Capacciotti e ciò preoccupa molto rispetto alla stagione estiva.
Sono disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l'aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante».