Bandiere nere a Nociglia, Martignano, Leverano e Diso. A Tuglie preoccupa il berillio
Delle nove aree selezionate per le indagini dei suoli, che comprendono 32 comuni della provincia, le prime sei sono classificate a rischio epidemiologico alto (sulla base dell’attuale incidenza di tumori) e comprendono Zollino, Caprarica, Calimera, Martignano, Castrì (prima area); Sannicola e Tuglie (seconda area); Sogliano Cavour, Cutrofiano, Melpignano, Maglie, Galatina (terza area), Giuggianello, Minervino, Sanarica, Nociglia, Botrugno (quarta area); Diso, Santa Cesarea Terme, Ortelle (quinta area); Morciano di Leuca, Patù, Salve, Castrignano del Capo, Gagliano del Capo (sesta area). A rischio epidemiologico intermedio i comuni di:Novoli, Campi Salentina e Squinzano (settima area). A rischio basso i comuni di Porto Cesareo e Leverano (ottava area), Miggiano e Montesano Salentino (nona area).
La presenza di contaminanti potrebbe incidere sull’insorgere delle patologie. L’arsenico è stato rilevato molto oltre il livello di guardia per le aree verdi, in tutti i comuni passati al vaglio dello studio, cioè 30 su 32, ad esclusione solo di Caprarica ed Ortelle.
La bandiera nera dell’arsenico va a Nociglia, in testa, a seguire Martignano, Leverano e Diso. La presenza di berillio è stata rilevata maggiormente a Tuglie, Sannicola, Santa Cesarea, Salve, Leverano e Porto Cesareo. In minor misura, ma sempre oltre i livelli di guardia, a Martignano, Melpignano, Giuggianello, Minervino, Morciano e Patù.
Valori molto oltre la norma anche per il vanadio nei comuni di Martignano, Minervino, Salve e Leverano. La percentuale più alta di diossine totali è stata rilevata nei comuni dell’area uno, Zollino, Caprarica, Calimera e Martignano, seguita dall’area 5, Dall’area 2 e dall’area 8.
Nonostante sia considerata a basso rischio, l’area di Leverano e Porto Cesareo, ha registrato notevoli criticità ambientali, forse collegate alla posizione sulla direttrice di Taranto. Le analisi hanno previsto anche valutazioni ecotossicologiche fornite dall’Università di Lecce, come i test biologici sui lombrichi, che hanno considerato gli effetti dei contaminanti sull’ambiente e sugli organismi. Gli organismi sentinella sono stati messi nei suoli da valutare ed a distanza di tempo se ne sono monitorate le funzionalità. Il test di tossicità acuta ha consentito di valutare la mortalità degli animali a distanza di 14 giorni. Nessuno dei comuni ha presentato criticità immediata. La tossicità cronica ha valutato gli effetti nel tempo: si effettua una conta dei nuovi nati tra gli organismi sentinella, se il numero di nuovi nati è al di sotto della soglia prevista, i terreni sono a rischio. Cutrofiano, Nociglia, Giuggianello e Botrugno hanno presentato criticità in questo senso. Il dosaggio di metallotioneine non ha rilevato problemi, ma, come ha chiarito il ricercatore Antonio Calisi che ha effettuato le analisi ecotossicologiche, i lombrichi tollerano bene i metalli pesanti. Il test di genotossicità, contando i micronuclei ha rilevato alterazioni del Dna, che possono provocare patologie genetiche o tumorali. I livelli registrati da questo tipo di analisi, ha spiegato Calisi, non hanno evidenziato dati oltre la soglia limite, ma vicini al limite, imponendo comunque di dedicare una maggiore attenzione alla problematica in futuro, in considerazione del trend non positivo che si sta delineando.