Decisione Ue determinata dai ritardi, dai santoni dell’agricoltura e dai ricorsi al Tar
“I ritardi della burocrazia, della giustizia e della politica, i santoni che volevano combattere la Xylella con la stregoneria e i ricorsi al Tar hanno determinato questo risultato infausto per la Puglia”.
Così il vicepresidente CIA Puglia Giannicola D’Amico, a margine del Consiglio regionale monotematico sul tema “Xylella e processo di disseccamento nel territorio pugliese”, si associa al disappunto e alla preoccupazione espressi dall'Assessore regionale all'Agricoltura Leonardo Di Gioia sull'estensione dell'attuale area di quarantena di circa 20 km verso il nord della regione approvata dal Comitato Ue per la salute delle piante.
“È una decisione che francamente la Puglia non si meritava ed è il risultato - prosegue il vicepresidente D'Amico che ha assistito alla seduta del Consiglio regionale - delle lentezze che avevamo denunciato in tempi non sospetti e delle decine e decine di ricorsi al Tar che hanno bloccato per anni l'applicazione dei protocolli facendo avanzare il batterio. Noi continuiamo a credere nella scienza e a propugnare l'applicazione delle buone pratiche agricole e dei trattamenti fitosanitari. Siamo convinti che nella lotta al vettore sia necessario intervenire rispettando rigorosamente i protocolli, come raccomandiamo ai nostri agricoltori, e confidiamo nella sola ricerca scientifica. Avevamo predetto che la Xylella non avrebbe aspettato i tempi della giustizia, della politica e della burocrazia, e purtroppo i fatti ci hanno dato ragione". Nella sua relazione, l'assessore Di Gioia ha spiegato come la proposta di estensione approvata sacrificherebbe tutta la provincia di Taranto in cui non ci sono grandi numeri di piante infette e non è stato individuato nessun focolaio nella zona cuscinetto. Inoltre, si sceglierebbe di definire infette ampie porzioni di territorio per le quali, sinora, non è stata individuata la presenza di Xylella, come Massafra, Crispiano, Statte, Fasano, Martina Franca, Locorotondo e Alberobello. "È l'ennesimo colpo al cuore della Puglia - ha concluso Giannicola D'Amico - sferrato da Bruxelles con la complicità di chi ha preferito dare credito ai santoni e alla fantascienza e ha sacrificato l'olivicoltura pugliese”.
Nelle province di Taranto e Brindisi il provvedimento ha generato rabbia e sconforto: “L'Unione Europea dimentica, forse, di aver consentito che il batterio killer degli ulivi arrivasse in Puglia - aggiunge il presidente CIA Due Mari Pietro De Padova - Gli inefficaci controlli alle frontiere hanno permesso che dai Paesi extraeuropei entrassero piante infette. Ci sono Stati che si sono affrettati a chiudere le porte all'Italia, ma l'Ue non ha sottoposto all'embargo i Paesi da cui il batterio proviene. E oggi si continua ad accanire con la Puglia. La nostra olivicoltura rischia la crisi più nera dopo questa decisione”.