Ai clienti, in attesa sul marciapiede, veniva consentito l’accesso dopo una telefonata e dopo l’identificazione attraverso una telecamera
Il personale del Commissariato Borgo, per reati inerenti la prostituzione, ha proceduto all’esecuzione del decreto di perquisizione e sequestro, emesso dal Sost. Procuratore della Repubblica dr.ssa Isceri, nei confronti di una cittadina cinese regolarmente domiciliata a Taranto.
I poliziotti, da tempo, hanno notato, presso l’appartamento in questione, un anomalo via vai di soli uomini nelle più disparate ore del giorno e della notte.
Ciò ha ingenerato il fondato sospetto che all’interno di questo stabile si esercitasse attività di meretricio.
Dopo una accurata attività di indagine, resa possibile da pazienti appostamenti, gli investigatori hanno accertato che costoro, una volta giunti presso l’immobile, effettuavano una telefonata a seguito della quale veniva loro consentito l’accesso all’androne e, dopo, al piano superiore.
Suffragati dai riscontri raccolti, i poliziotti hanno fatto irruzione nell’appartamento il pomeriggio del 22 giugno scorso, trovando all’interno due cittadine cinesi in abiti succinti, di cui una con un regolare permesso di soggiorno da 12 anni in Italia e l’altra clandestina.
L’interno dell’appartamento presentava caratteristiche tali da renderlo compatibile coi sospetti degli investigatori, infatti l’ambiente, mediante luci soffuse ed oli profumati, si presentava confortevole.
Ma non solo, in una stanza vi era la presenza di un monitor collegato ad una telecamera posta all’esterno che permetteva di controllare la presenza dei “clienti” in attesa sul marciapiede.
La perquisizione ha permesso di rinvenire e sequestrare il materiale utilizzato per prostituirsi, tra questo: preservativi, gel, oli per massaggi e salviettine varie, nonché una somma di 1375 euro in contanti.
Le donne sorprese nell’immobile hanno ammesso che ivi si prostituivano e, pertanto, gli operatori hanno proceduto anche al sequestro dell’immobile.
La donna, che ha collaborato alle indagini, priva del permesso di soggiorno, infine, è stata collocata in una struttura protetta e per lei è stato richiesto un permesso di soggiorno provvisorio per motivi di giustizia.
Ulteriori indagini sono in corso.