Ma il 90enne in questione è vivo e vegeto
Tra scongiuri e burocrazia: pensava di aver risolto il problema a monte, “forte” del fatto di essere nato il 2 novembre, e giunto a 90 anni ha pensato che la pensione continuasse a giungere tranquillamente all’ufficio postale anche se lui era mancato ad un appuntamento (con la riscossione). Così non è stato perché l’Inps ha pensato che fosse morto e ha revocato i pagamenti.
Ha dell’incredibile la disavventura che è capitata ad un arzillo 90enne fasanese, peraltro una persona molto conosciuta (e stimata) ben oltre i confini cittadini. Ad un certo punto si è accorto che l’Inps non gli pagava più la (misera) pensione cui ha diritto. Si tratta – va detto per completezza di informazione – di un vitalizio di importo irrisorio, dato che il beneficiario ha lavorato all’estero e la pensione la percepisce dall’istituto di previdenza del Paese in cui ha vissuto per molti anni della sua (lunga) esistenza. Proprio in ragione dell’ammontare dell’assegno il pensionato ha scelto, anni fa, che il vitalizio gli fosse corrisposto ogni sei mesi, in modo da evitare di recarsi mensilmente all’ufficio postale.
Tempo fa il 90enne non ha riscosso un mandato dell’Inps e all’Istituto di previdenza hanno subito tratto la conclusione: il beneficiario della pensione è passato a miglior vita. Quando, nei giorni scorsi, il pensionato fasanese si è presentato alla dirigente dell’Inps per avere conto del fatto che la pensione non gli venisse più corrisposta, la funzionaria gli ha detto: «Siamo felici che lei sia vivo e stia bene. Non si preoccupi, il problema lo risolviamo subito». Nessuna ironia da parte della dirigente dell’Inps: per l’istituto il 90enne fasanese non poteva che essere morto. Il pensionato, invece, è vivo e gode di ottima salute. Ci è mancato poco che dicesse alla direttrice dell’Istituto: «Non sono un fantasma».