La dura denuncia di Gianni Romito, presidente dell’associazione Persone Pugliesi Para-Tetraplegiche
Ignoti hanno danneggiato la recinzione dell’area attrezzata riservata ai disabili allestita sull’arenile della spiaggia centrale di Campomarino.
A darne notizia l’associazione “Maruggio e dintorni” attraverso la propria pagina facebook.
«La gioia per l’allestimento dell’area attrezzata in spiaggia per i disabili, nell’ambito del progetto “Mare per tutti”, è durata appena due giorni: ignoti (idioti?) hanno infatti divelto la recinzione che delimitava la suddetta area, realizzata dai volontari della Misericordia» rimarca “Maruggio e dintorni”. «Bisognerebbe guardare in faccia certe persone per arrivare a cercare di capire le motivazioni di gesti tanto squallidi e insieme assurdi. Uno sfregio inaudito nei confronti di ragazzi e adulti con disabilità, che vorrebbero solo passare qualche ora della giornata in spiaggia godendosi qualche momento di svago».
Esprime amarezza sull’accaduto anche Gianni Romito, presidente dell’associazione Persone Pugliesi Para-Tetraplegiche, che trascorre le vacanze estive a Campomarino.
«A Campomarino da 4 anni, grazie all’impegno del sindaco, Alfredo Longo, viene garantita l’accessibilità al mare insieme all’assistenza dei volontari dell’associazione Misericordia, mettendo a disposizione un gazebo attrezzato sulla spiaggia pubblica» ricorda Romito. «Le strutture ora sono state però danneggiate.
L’atto vandalico è avvenuto in seguito ad una contestazione di alcuni villeggianti che riterrebbero la struttura troppo ingombrante e toglierebbe, quindi spazio agli utenti della spiaggia. Nei giorni scorsi, un bagnate anziano ha affermato: “Ma qua i disabili non possono stare”.
I contestatori sono persone avanti con gli anni, persone anziane e da qui la mia amarezza che mi porta a due riflessioni: la prima legata alla scarsa capacità di vedere più in là del proprio naso di queste persone, in quanto, stante il loro grado di senescenza, in tempi brevi potrebbero aver bisogno di quell’assistenza…
La seconda, ben più drammatica, deriva dal fatto che questa sorta di egoismo, mancanza di sensibilità, sottile forma di razzismo, viene manifestata da persone che, per la loro età ed esperienza, dovrebbero, soprattutto con l’esempio, mostrare ai giovani cosa significhino i termini comprensione, condivisione, accoglienza, aiuto reciproco! In altri termini dovrebbero insegnare a convivere col diverso, nell’accezione più positiva del termine: disabile, giallo, nero, musulmano, ebreo, cristiano, africano, asiatico, sudamericano. Perché il confronto e la convivenza rende piena e soddisfacente la nostra esistenza».