Avviate tre inchieste: una dalla Procura militare, una Procura ordinaria e una dalla Marina
La procura stringe il cerchio sulle indagini dopo il sequestro di 700 chili di sigarette di contrabbando – 3600 stecche di «bionde» – trasportate su una nave della Marina militare che rientrava da una missione in Libia e scoperte nel pronto di Brindidi : sono tre le inchieste aperte, una della Procura militare, una della giustizia ordinaria e una della Marina. Ed è stata proprio la Marina militare, con una nota ufficiale, a fare il punto di quello che è successo.
«Il 15 luglio scorso su nave Caprera, ormeggiata nel porto di Brindisi e di rientro dall’Operazione Nauras in Libia (durante la quale l’unità ha fornito supporto tecnico alla Guardia costiera e alla Marina militare libiche), in seguito ad attività di controllo disposta dal Comandante della nave stessa, sono stati rinvenuti scatoloni contenenti tabacchi lavorati esteri. Della scoperta sono state prontamente informate le autorità giudiziarie militare (Procura di Napoli) e ordinaria (Procura della Repubblica di Brindisi). Le indagini sono tutt’ora in corso e la Marina militare, nel confermare la massima collaborazione con le autorità giudiziarie, ha anche avviato una inchiesta sommaria interna. Questo allo scopo di perseguire anche disciplinarmente gli eventuali responsabili».
Ad occuparsi del caso è il pm De Nozza del tribunale brindisino: massimo riserbo fatta eccezione per una nota della Procura che ha chiarito l'estraneità ai fatti della Capitaneria di porto di Brindisi che, al contrario, è stata delegata alle indagini insieme alla Guardia di Finanza. Si parla di provvedimenti imminenti, ma per ora bocche cucite in Procura.