lunedì 25 novembre 2024


24/09/2018 08:56:18 - Salento - Attualità

Unico finalista italiano in Portogallo, Daniele Manni e le storie di startup e auto-imprenditorialità dei suoi alunni catturano l’attenzione internazionale

 

Giovedì 20 e venerdì 21 settembre si è svolta ad Aveiro, in Portogallo, la fase conclusiva degli “Innovation and Entrepreneurship Teaching Excellence Awards”, il premio internazionale per l’eccellenza didattica in termini di innovazione e imprenditorialità. Il primo giorno tutti e dodici i finalisti, provenienti da tutto il mondo, hanno presentato alla commissione del premio le loro particolari tecniche e metodologie didattiche di educazione all’imprenditorialità. Fra i dodici finalisti, anche Daniele Manni, unico italiano e unico docente non universitario. Manni insegna infatti informatica da circa 30 anni presso l’Istituto “Galilei-Costa” di Lecce.

Il docente salentino non ha vinto gli Awards ma porta a casa un bottino di tutto rispetto, infatti gli è stato conferito una menzione speciale con Attestato di Merito per l’impegno profuso nel guidare i propri studenti nell’ideazione e conduzione di piccole startup innovative, con particolare riferimento alla startup “Mabasta”, l’impresa sociale ideata dai suoi ragazzi nel 2016 che lotta dal basso contro bullismo e cyberbullismo e che è divenuta in pochissimo tempo un punto di riferimento per le scuole italiane.

Non solo, Daniele Manni è risultato vincitore in ex aequo con l’irlandese Paul Flynn, nella competizione parallela che vedeva in gara 22 poster di altrettanti relatori provenienti da tutto il mondo presso la 13° edizione della

“ECIE - European Conference on Innovation and Entrepreneurship”. Il poster italiano ha meritato il 1° posto per l’originalità dei contenuti e per la semplicità e chiarezza espositiva.

«Anziché raccontare, come era previsto dal programma, i miei ultimi 15 anni di esperienza a scuola nell’insegnamento e guida nella creazione di micro imprese, ho preferito presentare alcune delle storie di startup dei nostri studenti, con l’inserimento di brevi video in cui i ragazzi stessi raccontano le loro idee d’impresa. Ho visto la commissione interessata e divertita, quasi quanto si sono divertiti i ragazzi a realizzarli, in inglese. Gli studenti della 4°A hanno parlato del loro movimento Mabasta, Daniele Chirico ha illustrato l’idea di promozione territoriale con l’hashtag #InBeautyWeTrust, Michael Candido ha introdotto la geniale modalità di vendita dell’olio extravergine Nectarea e, infine, Giulio Raganato e Francesco Tortorelli (appena 14enni) hanno scherzosamente raccontato della loro nuova startup “xCorsi”.

In definitiva, ho sottoposto alla commissione una domanda iniziale, ossia se valesse la pena insegnare imprenditorialità a studenti di età inferiore a quella “normale” (in tutto il mondo è pratica comune per universitari e neo laureati) e, attraverso esempi e casi reali, giungere poi ad una decisa e motivata risposta affermativa, sia relativamente a studenti col business nel Dna che, soprattutto, a tutti gli altri (che rappresentano la stragrande maggioranza), in quanto escono dal percorso formativo con più fiducia in sé e nelle proprie capacità, più resilienti e con un più spiccato ottimismo nel futuro.

Alla fine della giostra, è stata una gran bella avventura, intensa e divertente. Un’esperienza che mi sento di augurare di cuore a tutti i miei colleghi docenti».

I super prof finalisti agli Awards, competitor di Manni, erano Sara Calvo (Middlesex University London – UK), Kevin Chu (Open University of Hong Kong – Cina), Dries Faems (University of Groningen – Olanda),  Paul Flynn (National Universty of Ireland Galway - Irlanda), Christian Friedl (FH Joanneum University of Applied Sciences Graz -  Austria), Angela Hamouda (Dundalk Institute of Technology – Irlanda), Viviana Molina Osorio (Universidad Autónoma de Manizales – Colombia), Jeffrey Sohl (University of New Hampshire – USA), Christy Suciu (Boise State University – USA), Ralf Wagner (Kassel University - Germania), Blaž Zupan (University of Ljubljana, Slovenia).

«Prima dell’inizio delle presentazioni ero piuttosto intimorito in quanto sapevo di essere solo contro undici docenti universitari – ha dichiarato Manni – ma subito dopo è diventato tutto …ancora peggio! Già dai primi interventi dei miei colleghi finalisti, ho infatti notato uno spessore e una serietà accademica ben diversa dalla leggerezza narrativa delle mie slide. Alla fine però, deve forse essere piaciuta proprio quella freschezza e quel brio che caratterizza la nostra didattica a Lecce.











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