domenica 22 settembre 2024


26/10/2018 09:35:24 - Provincia di Taranto - Attualità

L’intervento dell’associazione Genitori Tarantini: «Abbiamo bisogno di vicinanza, di empatia, di trasformare il brutto in speranza»

 

«In questi lunghi anni, da quando abbiamo preso coscienza che a Taranto non godiamo del diritto alla vita, noi abbiamo sempre pensato che fosse assurdo che i tarantini non scendessero in piazza in massa a protestare non in trentamila, come succedeva nelle prime manifestazioni, ma per la gravità della situazione tutti gli abitanti di Taranto e provincia. Riflettendo anche sul numero degli abitanti che avevano le mani legate perché lavorano in quei siti industriali il numero comunque non ci spiegava la scarsa partecipazione ad una protesta legittima e sacrosanta.

Numeri, numeri, questa parola è tornata sovente nelle percentuali di malattie, di morti, di sostanze pericolose immesse nell'aria, i numeri delle percentuali di disoccupazioni, i numeri, sempre numeri, percentuali.

E così abbiamo voluto dare un volto a quei numeri. Non ci spiegavamo il silenzio di quei genitori che accarezzavano e pulivano le tombe ricoperte di rosso ruggine. Le abbiamo viste le foto, le tombe, sapete, basta andare al cimitero per scoprire, (specie nella zona più nuova), quanti bambini oggi non ci sono più. I fiori c'erano, quei bambini non erano stati dimenticati... ma dov'erano quei genitori, perché non gridavano con noi il loro dolore?

C'erano, ci sono, ma comprendere cosa può pensare una mamma o un padre a cui è stato strappato un figlio non è facile, forse per capirlo bisogna attraversarlo quel dolore...a piedi scalzi, in silenzio.

E un giorno il silenzio si è rotto, timidamente una mamma ci ha contattati, poi un'altra, poi un papà e poi altri ancora, perchè purtroppo sono tanti. Ci hanno raccontato tutto.

E' così, così e così.

Ci sentivamo come elefanti in un negozio di cristalli, ma le domande che abbiamo posto a questi genitori che sono diventati poi parte integrante di questa associazione erano le domande che una mamma o un papà fa ad un altro papà o ad un'altra mamma. "Com'era .....?, raccontami di lei/lui, cosa le/gli piaceva mangiare, quali cartoni vedeva, come ha vissuto la malattia, cosa le/gli piaceva fare, mandami una foto, come avete fatto per le cure?"

E ci hanno risposto, piangevano a volte, altre invece sorridevano, come si fa quando si raccontano le marachelle dei figli o quando i loro bambini li sorprendevano per la loro intelligenza, per la loro pazienza.

Abbiamo il dovere di dare un volto a quei numeri, al contrario non capiremo fino in fondo la "mancanza", quello che sta succedendo a un'intera comunità. Quei bambini oggi li sentiamo nostri, perché la loro tragedia coinvolge tutti, perché conosciamo le loro storie, i capricci, i loro ultimi desideri, i regali che non hanno avuto il tempo di aprire.

E così come dalle pietre nascono i diamanti, è nata un'dea dal dolore di una giovane mamma, Francesca Summa, la mamma di Syria, un'idea che abbiamo già collaudato. Lei vive a Genova ed ha aperto una pagina dal nome "Genitori tarantini a Genova"... è solo una pagina su Fb, ma in realtà è già da qualche tempo che Francesca aiuta i genitori tarantini nei cosiddetti "viaggi della speranza".

E' un progetto per la vita, che sottolinea e amplifica le grandi doti dei tarantini, quelli buoni. Parte da Taranto e il progetto è accolto a Genova da Francesca e la sua famiglia.

Abbiamo bisogno di vicinanza, di empatia, di trasformare il brutto in speranza. Grazie a tutti i genitori orfani che a noi hanno affidato la storia dei loro figli... è in buone mani. Per noi non sono numeri, sono sorrisi, sono occhi vivaci, alcuni tristi, sono le loro manine, sono le loro smorfie, sono quelle sedie vuote, è quel costumino da bagno che non hanno più indossato, sono la loro giovane età, sono il desiderio sempre più grande di avere giustizia, anche se questo non ce li farà ritornare in vita».











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