Particolare rilievo assume, nello studio dell’autore, la cappella rurale del SS. Crocifisso, posta nella periferia orientale di Maruggio, all’incrocio di percorsi viari ricchi di storia, archeologia e natura
Cappelle ed edicole votive dedicate a Madonne e Santi rappresentavano, in antico, importanti punti di riferimento viario per chi percorreva i nostri territori, assicurando, altresì, “in anni oramai remoti, non solo la cura animarum e l’inquadramento pastorale della popolazione contadina, ma anche la promozione sociale di alcune famiglie facoltose” .
E’ quanto afferma Cosimo Demitri nel suo ultimo lavoro dedicato, appunto, alle edicole e cappelle del territorio di Maruggio; edicole e cappelle che, pur nelle condizioni, a volte, di notevole degrado, vogliono tuttavia attestare “una profonda religiosità e devozione popolare d’impronta contadina delle passate generazioni”.
Particolare rilievo assume, nello studio dell’autore, la cappella rurale del SS. Crocifisso, posta nella periferia orientale di Maruggio, all’incrocio di percorsi viari (verso l’Arneo, il comprensorio costiero Maviglia-Mirante e il sito di Borraco), ricchi di storia, archeologia e natura.
Caratterizzata dalla data 1523, leggibile su una lapide tufacea posta al di sopra dell’ingresso, la cappella mostra una serie di affreschi interni (Parata di Santi, Madonna col Bambino, Annunciazione, ecc), probabilmente opera di un “ignoto pittore (operante) negli anni successivi alla data di costruzione dell’edificio”.
Recuperati e resi visibili (pur nelle attuali condizioni di estremo degrado), da un restauro risalente al 1979, in tali affreschi (riprodotti nel volume con apprezzabili foto a colori), il Demitri legge “un’impronta prevalentemente bizantina”, sviluppando, con appropriati confronti storico-pittorici, tale interessante ipotesi. Un’edicola, infine, dedicata alla Madonna Odigitria (colei che indica la via), completa la ricerca dell’autore; bella l’immagine, in olio su rame, risalente al XX secolo, un tempo visibile lungo via Umberto, oggi rimossa e custodita dalla proprietaria. Il volto “dolce, tenero, ma anche triste” della Vergine appare rivolto non al Bambino, retto col braccio sinistro, ma “a colui che guarda l’immagine, per introdurlo all’incontro con il Cristo” e con le nostre tradizioni cristiane.
Il Demitri conferma, in questo volumetto, il suo particolare interesse verso la storia religiosa e le tradizioni popolari della nostra terra, interessa già evidenziato in numerose ricerche e pubblicazioni elencate nelle pagine finali del volume.
Pienamente condivisibile appare infine l’invito da lui avanzato per un pronto e sollecito intervento di restauro della cappella del Crocifisso, corredato da una valutazione storica e pittorica più ampia della stessa, tutto a vantaggio del nostro patrimonio culturale, delle future generazioni e dei (sempre più numerosi) visitatori delle nostra comunità.
Paride Tarentini