Per il col. Calcagni un anno, il 2018, ricchissimo di novità
Un 2018 ricco di significative conferme quello trascorso dal Colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni. Un eroe dei nostri tempi che si racconta senza riserve con grande dignità, incontrando gli studenti e la gente che lo ascoltano in massa. Nel suo messaggio “MAI ARRENDERSI” è racchiuso il vissuto di una persona unica, capace di affrontare la sua terribile malattia e le devastanti cure quotidiane, in modo esemplare, senza cedere alla disperazione e soprattutto senza mai rinnegare i valori della divisa che continua a indossare con grande orgoglio. Salire sul triciclo magico, come ama definirlo, significa vivere e guardare avanti nella convinzione che ci sia ancora una strada meritevole di essere percorsa. Non smette di credere che nel domani di ogni persona potrebbe esserci qualcosa, qualcuno o degli affetti per i quali sarà sempre valsa la pena di non mollare.
IO SONO IL COLONELLO - E’ stato l’anno del documentario “Io sono il Colonello” realizzato dal regista di Ability Channel, Michelangelo Gratton. Dal 28 novembre al 2 dicembre la storia del Colonnello è arrivata persino a Washington, dove con la delegazione del GSPD, il Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, ha rappresentato l’Italia per l’incontro con i Wounded Warriors organizzato dall’ambasciata d’Italia. Alla presenza dell’Ambasciatore Armando Varricchio, del Vice Ambasciatore Maurizio Greganti, del Generale di Divisione Stefano Cont, con i suoi collaboratori e di alte autorità militari del Pentagono, dopo la visione del trailer del suo DocuFilm, si sono alzati tutti in piedi in segno di rispetto. Il docufilm ha ottenuto dei riconoscimenti internazionali di eccezionale valenza. In occasione del Festival internazionale del Cinema “Migrarti Film Fest”, a Caltabellotta (8-11 luglio), ha vinto il primo premio per la migliore regia, per il Migliore film e per il migliore attore. Dal 20 al 23 settembre si è riconfermato primo nel “Vertical Movie Festival”, per la sezione “Vertical Sport” a Roma.
Il 15 dicembre, a Chianciano Terme, all’evento “La XIII Edizione del Premio ASI “Sport & Cultura
– Gli Oscar dello Sport Italiano”, il docufilm ha vinto il primo premio per la sezione “Etica Sportiva, Premio Fabrizio Quattrocchi” con la quasi totalità dei voti, 92,6 % delle preferenze.
SEMPRE PIU’ IN ALTO - Intervistato il 5 maggio da Bruno Vespa a “Porta a Porta” dove racconta la sua storia di Ufficiale Pilota dell’Esercito, e l’11 maggio da Giancarlo Magalli a “I fatti vostri” su RAI2, il 12 maggio incontra Samanta Cristoforetti, a Cremona, per l’evento “Cielo senza Barriere”, mentre il 26 maggio Carlo partecipa a un’impresa “epica”: partenza da Bassano per arrivare in cima al Monte Grappa, nelle vesti di “testimonial” esclusivo dell’evento Monte Grappa bike day. In sella al suo triciclo volante, oltre alla macchina per l’ossigeno a lui indispensabile, posiziona una corona di alloro e, tra 10.000 partecipanti, affronta una salita di ben 1.850 metri di dislivello per un percorso di 30 km. La sua sfida è arrivare in cima al Monte Grappa e deporre la corona che ha portato lungo tutta l’ascesa spingendo il suo triciclo fino al Sacrario Monumentale Militare. “L’ho fatto con la ferma e partecipata convinzione di commemorare, in occasione del centenario della Grande Guerra, non soltanto i caduti in guerra ma anche tutte le vittime, senza alcuna distinzione”. Queste le sue parole mentre è stremato e si riposa un attimo prima di risalire sul suo triciclo e tornare giù a Bassano.
TOUR PER LA VITA - Il 2 settembre riprende a pedalare, questa volta il suo obiettivo è un percorso solitario di centinaia di chilometri che ama chiamare “TOUR per la VITA” . Da Lecce a Roma, facendo tappa in molti comuni della Campania, Carlo è inarrestabile, la febbre altissima e la setticemia in corso sono niente rispetto alla determinazione e decisione di portare a termine la sua missione. Il suo fine è dimostrare quanto lo sport possa aiutare chi soffre ad uscire dall’isolamento e riacquistare fiducia in se stesso, superare le fragilità causate dalla malattia. Anche la sua testimonianza diviene indimenticabile, durante l’incontro con i Deputati la mattina e con i Senatori in serata, Carlo si racconta per sensibilizzare i presenti sullo sport Paralimpico e la necessità di una sua differente regolamentazione. “Non tutte le disabilità sono visibili – dice durante la sua conferenza – alcune malattie causano mutilazioni peggiori di altre, poiché colpiscono gli organi vitali. Non ci sono protesi che possano rimediare, solo farmaci e sofferenza mentre il male avanza, ti indebolisce sino a sfinirti, a toglierti la vita. Queste disabilità sembrano essere invisibili nonostante siano ancor più devastanti anche sotto l’aspetto psicologico. Per questo è necessario prestare una attenzione particolare a simili disabilità e consentire agli atleti Paralimpici di poter gareggiare, confrontandosi con gli altri senza essere costretti a interrompere terapie vitali”.
“Le medaglie più importanti le ho ricevute leggendo i messaggi di coloro che grazie al mio esempio hanno scelto di continuare a vivere” sottolinea Carlo che sopravvive con i farmaci ma vive per i suoi due figli, che ama definire i suoi angeli custodi e la principale ragione della sua vita, e il triciclo volante. Verso Tokyo2020.