Oltre duemila gilet arancioni protestano a Bari per rivendicare interventi a favore dell'agricoltura
L’appello degli agricoltori pugliesi al Governo: “Basta chiacchiere, ora i fatti”
Gli agricoltori pugliesi? Non ne possono più. La “luna di miele” col governo legastellato sembrerebbe già finita. Il Ministro Centinaio ha risposto alla protesta messa in atto dai gilet arancioni, scaricando le colpe dei ritardi (su gelate e xylella soprattutto) sulla Regione Puglia.
A sua volta, Leonardo Di Gioia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia, ha additato proprio il Governo nazionale per il mancato riconoscimento governativo dei danni causati dalle gelate in Puglia.
I gilet arancioni sono stati chiari: “Sulle gelate non ci interessa lo scaricabarile, vogliamo risposte, e le vogliamo ora”.
Il coordinamento è ampio, un fronte unico che vede insieme Agci, Associazione frantoiani di Puglia, CIA Agricoltori Italiani della Puglia, Confagricoltura, Confocooperative, Italia olivicola, Legacoop, Movimento nazionale agricoltura e Unapol. Solo Coldiretti ha deciso di fare per conto suo.
Tutto il resto del mondo agricolo, si è dato appuntamento a Bari, questa mattina, per una grande manifestazione unitaria. Nel capoluogo barese, in piazza Prefettura, accanto ai gilet arancioni ci sono anche Cgil, Cisl, Uil. Il fronte della protesta si allarga giorno dopo giorno: anche i Comuni pugliesi, rappresentati dall’Anci, sono con i gilet arancioni nella battaglia per ottenere maggiore attenzione verso l’agricoltura e l’olivicoltura pugliese.
In particolare, i gilet arancioni chiedono il riconoscimento dello stato di calamità dopo le gelate di febbraio 2018, interventi mirati e decisi contro la xylella, seguendo la scienza e non i santoni, e lo sblocco delle risorse del Psr impantanato tra mille rivoli burocratici.
“L’adesione dei Comuni e dei sindacati dei lavoratori testimonia, qualora ce ne fosse stato bisogno, che il problema non riguarda solamente il settore olivicolo e l’agricoltura pugliese, messo in ginocchio dai silenzi e dall’assenza delle Istituzioni, Regione e governo nazionale, ma tutto il sistema economico, produttivo e sociale pugliese”, hanno spiegato gli organizzatori.