Una era nascosta dietro la cassetta per la raccolta delle offerte; l’altra in un vecchio mobile
I segreti della sagrestia finivano in piazza dopo pochi minuti. Non una, ma molte volte. E nessuno di quanti frequentano un posto riservato per antonomasia riusciva a darsi una spiegazione. È successo a Nardò, popoloso centro del Salento, qualche mese addietro. Nessuno riusciva a trovare un motivo razionale, e però sembrava blasfemo far fare alla fantasia un volo pindarico e passare dalla fede religiosa alle credenze nei fantasmi per giustificare un fatto assolutamente incredibile. Incredibile anche dal punto di vista della tempistica.
Perchè le notizie, per passare dalle stanze chiuse della chiesa di San Domenico ai tavoli dei bar ci mettevano pochi minuti. Un fatto mai accaduto. Qualcosa di strano c’era, qualcosa di troppo strano.
Così, i frequentatori della sagrestia - gli aderenti alle confraternite di San Luigi e delle Rosariane - hanno pensato a creare una notizia ad arte, praticamente un’esca: una notizia talmente inverosimile - una vera e propria fake news - sul conto di un insospettabile, alla quale nessuno avrebbe potuto credere.
L’idea è riuscita: chi doveva, ha abboccato e in men che non si dica, quelle dicerie erano diventate di dominio pubblico.
A quel punto era chiaro: le pareti avevano le orecchie e pure la bocca. Qualcuno ha pensato a chiamare un esorcista. Ma, prima di scomodare il soprannaturale, è stato interpellato un investigatore esperto al quale è bastato poco per trovare non una ma due microspie. Una era nascosta dietro la cassetta per la raccolta delle offerte; l’altra in un vecchio mobile.
I carabinieri hanno acquisito tutto il materiale ritrovato e predisposto una corposa istruttoria, consegnata alla Procura della Repubblica. Ora toccherà agli inquirenti risalire allo «spione», e capire il movente del reato.