lunedì 25 novembre 2024


13/02/2019 10:48:28 - Salento - Attualità

L’età media dei contagiati è fra i 20 e i 30 anni

 

Allarme Aids tra i giovani leccesi. I nativi digitali non lo conoscono e rischiano di non evitarlo. Scompare la trasmissione per i tossicodipendenti, i nuovi casi hanno contratto l’infezione solo per via sessuale.

«Questa patologia è sottovalutata dai giovanissimi, pensano erroneamente di essere al sicuro. Sono male informati». A lanciare il grido d’allarme è Anacleto Romano, direttore del reparto Malattie infettive dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce.

In Puglia la provincia di Lecce è seconda solo a Bari per numero di pazienti in trattamento che hanno contratto il virus Hiv. Solo a gennaio del 2019 la Asl di Lecce ha registrato 4 nuovi casi, in pratica uno a settimana. In provincia di Lecce sono ben 550 i pazienti seguiti per l’infezione da Hiv. Tra i 20 ed i 30 anni la fascia d’età più colpita.

«Si è abbassata troppo la guardia nei confronti della prevenzione» prosegue Romano sottolineando come questo si traduca in aumento della diffusione del contagio. Dal 2015 ad oggi si è registrato un costante incremento dei casi, ad esclusione solo per il 2018.

Nel 2015 la Asl ha registrato 25 nuovi casi; nel 2016 sono stati registrati 30 nuovi casi, da questa data la Asl ha accorpato anche il centro di Galatina, quindi i dati del Vito Fazzi comprendono quelli dell’intera provincia. Nel 2017 il numero di nuovi casi è salito a 37, sempre secondo i dati forniti dal dipartimento di malattie infettive della asl. Solo nel 2018 si è registrato un decremento con 24 nuovi casi, ma nel gennaio del 2019 già quattro persone hanno ricevuto la brutta notizia della diagnosi.

I numeri parlano chiaro: «i giovani sono male informati, non è una malattia che può essere guarita come molti pensano, può essere controllata, ma la terapia dura tutta la vita». Il direttore del reparto di malattie infettive del Fazzi sostiene inoltre l’urgenza di divulgare le regole base della prevenzione, «bisognerebbe parlarne nelle scuole, i giovani, soprattutto gli adolescenti vanno messi in guardia. Perché una volta che si contrae l’infezione purtroppo uno si deve controllare per tutta la vita. I tossicodipendenti sono quasi del tutto scomparsi. Si tratta di infezioni trasmesse per via sessuale, omosessuale, ma anche eterosessuale e quasi sempre i soggetti sono molto giovani».

In questi anni infatti la Asl ha riscontrato il virus anche in due minorenni. «Si dovrebbe intervenire più che a livello locale a livello ministeriale cioè così come è stato fatto negli anni 90’, con una campagna massmediatica a tappeto», rincara la dose lo specialista.











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