E’ il tema di un lavoro realizzato dalla classe III B della scuola primaria dell’istituto comprensivo “Don Bosco”, che sarà presentato alla città questa sera, alle 18,30, nella chiesa dell’Immacolata
“San Carlo Borromeo: un compatrono dimenticato”.
E’ il tema di un lavoro realizzato dalla classe III B della scuola primaria dell’istituto comprensivo “Don Bosco”, che sarà presentato alla città questa sera, alle 18,30, nella chiesa dell’Immacolata.
Interverranno mons. Franco Dinoi, arciprete di Manduria; Giuseppe Pio Capogrosso, storico locale; Roberto Cennoma, dirigente del comprensivo “Don Bosco”, Luigi Scipioni, vice prefetto componente della Commissione straordinaria, e Nino William Camassa, presidente del Rotary Club di Manduria. Saranno poi gli stessi alunni della scuola manduriana a parlare di San Carlo Borromeo, compatrono della città, ma poco venerato. La serata, infine, sarà conclusa dall’esibizione del coro “La bamba di bambù” diretto dal maestro Salvatore Moscogiuri.
Proprio lo storico Giuseppe Pio Capogrosso, in un recente saggio, si è soffermato sul rapporto fra Manduria e il santo, ricordando come, “il 21 aprile dell’anno 1565, in una giornata memorabile per la comunità locale, il procuratore del cardinale Carlo Borromeo, alla presenza delle autorità politiche ed ecclesiastiche, nonché della popolazione festante, prendeva possesso della Terra di Casalnuovo (Manduria) secondo un rituale ben preciso che, tra l’altro, prevedeva l’apertura e la chiusura della Porta Grande di accesso alla città (Janua Magna)”. Nel 1568, ad appena tre anni di distanza, “l’intero feudo di Oria, Casalnuovo compreso, veniva rivenduto dal cardinale Carlo Borromeo per la somma di quarantamila ducati che, secondo la tradizione, sarebbero stati distribuiti in un solo giorno in elemosine alla popolazione di Milano”.