Il movimento politico manduriano fa il paragone con Roma e la “mafia capitale”. Ecco il comunicato
«Nonostante un’inchiesta denominata “MAFIA CAPITALE”, una sentenza che ha certificato il condizionamento mafioso delle amministrazioni capitoline, la condanna a sei anni dell’ex sindaco Alemanno, lo scandalo delle tangenti per il nuovo stadio, l’amministrazione comunale di Roma non è stata sciolta, per cui il malaffare ha continuato ad imperversare anche con i “puritani” di M5S.
A Manduria, invece, il Consiglio Comunale è stato sciolto prima che i giudici stabilissero che non vi è stata nessuna infiltrazione mafiosa e senza che nessuno degli amministratori in carica fosse stato raggiunto neanche da un avviso di garanzia.
Ora, nonostante tutto ciò, si propone l’incandidabilità per il l’ex sindaco, il consigliere regionale, un ex assessore e l’ex presidente del consiglio comunali, che pure sono risultati estranei ai fatti criminosi evidenziati dall’inchiesta “Impresa”. Come non pensare che l’ex ministro PD abbia disposto lo scioglimento e la conseguente richiesta di incandidabilità per far fuori gli avversari politici dei referenti in loco del suo partito?».