Nel volume, che sarà presentato domani sera al “Fusco”, l’officina artistica di Giovanni Tamborrino
Si presenta martedì 2 aprile (ore 18), nel foyer del teatro Fusco di Taranto, il libro di Francesco Mazzotta, Dall’acciaieria alla fabbrica dei suoni. L’officina artistica di Giovanni Tamborrino, saggio-romanzo edito per i tipi di Zecchini con la prefazione di Enrico Girardi (Corriere della Sera) nel quale l’autore racconta la storia vera del compositore pugliese Premio Abbiati diventato un outsider della musica contemporanea dopo essere stata operaio nella vecchia Italsider di Taranto, la fabbrica al centro dell’opera Mare metallicoper la quale Tamborrino si è aggiudicato il più prestigioso riconoscimento italiano nell’ambito musica classica. Intervistato dalla giornalista Marina Luzzi (Avvenire), Mazzotta ne parla in un incontro promosso dagli Amici della Musica “Arcangelo Speranza” in collaborazione con la Libreria Dickens. Previsti interventi musicali di Chiara Ratti, Teresa Puntillo e dello stesso Tamborrino.
Dall’acciaieria alla fabbrica dei suoni non è soltanto un saggio, ma un affresco, con il quale Francesco Mazzotta ripercorre in modo avvincente le vicende umane e artistiche di un performer assolutamente originale, ma anche compositore visionario profondamente legato alla propria terra. Giovanni Tamborrino nasce a Laterza, in provincia di Taranto, dove vive. Ed ha solo 17 anni quando diventa operaio dell’Italsider, all’inizio degli anni Settanta. Ma in testa ha una sola cosa: la musica. Realizza il suo sogno. E nel giro di poco tempo da batterista di musica leggera nei locali di provincia diventa il percussionista di Luciano Berio, Sylvano Bussotti e Franco Donatoni, mostri sacri dell’avanguardia colta.
Fulminato da Carmelo Bene e dalla sua lezione sulla phoné, riscrive i codici del teatro musicale contemporaneo con il linguaggio personalissimo dell’Opera senza canto, celebrata da importanti istituzioni come l’Università di Bologna e il Teatro alla Scala. E sulla sua strada ritrova l’acciaieria con Mare metallico, che in ricordo dei suoi trascorsi di operaio dedica, con il Premio Abbiati vinto nel 2013, a Taranto e alla sua gente, schiacciata tra lo stabilimento di oggi e la vecchia Italsider, nella quale l’ex tuta blu guardava sbigottito le colate d’acciaio dal “reparto agglomerati” già immaginando di fondere la musica in una personale fabbrica di suoni, fatta di strumenti tradizionali ma anche di materiali di scarto e non convenzionali.
Tuttavia, il libro non racconta la storia di un riscatto, ma di un antiaccademico protagonista della scena musicale contemporanea in grado di operare, da meridionale, una riflessione su un Sud che non si abbandona alla storia negata, ma al contrario ne scrive una propria.
Corredato da un’appendice fotografica, «il volume costituisce una testimonianza preziosa e necessaria - scrive nella prefazione Enrico Girardi, critico musicale del Corriere della Sera - perché, leggendo il libro, ci sembra di ascoltare le composizioni del musicista pugliese attraverso le orecchie (e la fluida penna) del saggista».
Il libro, che si dipana come un appassionante racconto, attraversa le varie tappe dell’artista pugliese. E racconta anche l’esperienza del Festival della Terra delle Gravine, nel quale Tamborrino, instancabile sperimentatore, riesce a realizzare una perfetta corrispondenza tra scelte espressive e identità culturale, iscritta nella particolare geografia della zona, ponendosi come precursore di quanto sta accadendo oggi con Matera 2019.
Francesco Mazzotta (Taranto, 1967), laureato in musicologia, è giornalista professionista e critico musicale. Ha collaborato con Il Corriere del Mezzogiorno, l’enciclopedia Die Musik in Geschichte und Gegenwart e il Festival della Valle d’Itria. È autore di programmi di sala per diverse istituzioni musicali, tra cui la Fondazione Petruzzelli di Bari. È responsabile della comunicazione del Giovanni Paisiello Festival di Taranto e di altre manifestazioni di musica antica e contemporanea. È autore del saggio Martina Franca. Quarant’anni di Belcanto nel volume ll Festival si racconta. 40 edizioni del Festival della Valle d’Itria (Edizioni Fondazione Paolo Grassi).