L’iniziativa, promossa dall’associazione “Azzurro Ionio”, si terrà presso la chiesetta della SS. Croce alle 18
Un nuovo ricorso amministrativo teso a bloccare il progetto del depuratore consortile, i cui lavori dovrebbero iniziare fra un paio di settimane senza che sia stato ancora stabilito con precisione il recapito finale dei reflui sanificati.
Oltre ad una nuova manifestazione popolare, gli ambientalisti seguono anche la via delle carte bollate. A tal fine Francesco Di Lauro, presidente dell’associazione culturale di promozione ambientale “Azzurro Ionio” di Manduria, ha avviato poco più di una settimana fa, una raccolta di fondi attraverso facebook (sono già stati donati circa 1.300 euro, ma l’obiettivo è quello di disporre di almeno 5mila euro), per far fronte alle spese legali.
«Al fine di meglio contrastare l’ipotesi di localizzazione del previsto “depuratore” di Sava e Manduria in contrada Urmo-Belsito, l’associazione “Azzurro Ionio” ha ritenuto opportuno iniziare una raccolta fondi per ricorsi in sede penale ed amministrativa, da affiancare a quelli già esperiti da associazioni e comitati di Avetrana» afferma Francesco Di Lauro in un comunicato.
«A tale proposito si è individuato nella persona del collega avv. Claudio Linzola, del Foro di Milano, un professionista di riferimento per esplorare la possibilità di un ricorso amministrativo contro il progetto di AQP che, come è noto, dopo la fase “condotta sottomarina”, è passato a quella delle “vasche e buffer” in aree naturali protette, per poi…ricominciare dal solo corpo centrale dell’impianto, senza alcuna indicazione del recapito finale dei reflui».
L’avv. Linzola incontrerà questa sera (mercoledì), alle ore 18, presso la chiesetta della Santa Croce, a Manduria, coloro che vorranno confrontarsi su aspetti di natura tecnico-giuridica circa la esperibilità del ricorso in sede amministrativa.
«E’ questa la prima delle iniziative di carattere strettamente legale che l’associazione “Azzurro Ionio” che presiedo intende portare avanti» spiega ancora l’avv. Francesco Di Lauro, «per poi esplorare parimenti le altre possibilità in campo penale e civile, fermo restando che le iniziative suddette non intendono essere esaustive della più generale azione di contrasto al famigerato progetto, azione che è, e resta, prerogativa dei cittadini, delle associazioni e dei comitati interessati, una questione, quindi, squisitamente politica».
Occorre anche capire se i tempi, notoriamente lenti, della Giustizia consentono di sperare ancora in un blocco dell’iter dei lavori prima ancora che il cantiere possa essere aperto.