martedì 26 novembre 2024


06/04/2019 08:53:29 - Manduria - Attualità

Intanto si ipotizza una diffida al direttore dei lavori e al RUP

 

«Ho visitato i posti in cui dovrebbe sorgere il depuratore e le aree in cui dovrebbero essere smaltiti i reflui sanificati: è una zona meravigliosa. Sono rimasto sbalordito per la loro bellezza e, purtroppo, anche per i rischi di devastazione che queste aree corrono».

Si è presentato così Claudio Linzola, avvocato milanese che, coinvolto dall’associazione “Azzurro Ionio” e dal suo presidente Francesco Di Lauro, ha preso a cuore la battaglia di quanti vorrebbero preservare queste aree confinanti con le Riserve Naturali, in cui Regione e Aqp hanno previsto l’ubicazione dell’impianto di depurazione consortile.

Alle associazioni e ai movimenti che si oppongono al progetto, il cui cantiere dovrebbe riaprirsi il 15 aprile, Linzola ha esposto il proprio punto di vista.

«Vi sono degli atti amministrativi non più impugnabili, in quanto i termini concessi dalla legge sono scaduti» ha fatto notare il legale milanese, già dirigente presso il Consiglio regionale della Lombardia con compiti di predisposizione di progetti di legge in materia ambientale e a lungo dirigente dei Verdi. «Sarà nostro compito individuare i profili aggredibili, per i quali, cioè, non sono state rispettate le norme. Il progetto non ha un assetto stabile e definito, in quanto nell’autunno scorso tutta la parte relativa allo smaltimento dei reflui è stata revocata. Ma è proprio questa seconda parte quella più rilevante del progetto. La VIA rilasciata per l’intero progetto risale al 2011 e sappiamo che la sua validità non è illimitata. Inoltre Regione e Aqp dovranno elaborare un altro progetto per lo smaltimento dei reflui, che dovrà essere sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale. Possiamo dunque inserirci nuovamente, attaccando anche la prima parte del progetto, quello dell’impianto vero e proprio».

C’è chi, dal pubblico, ha osservato che anche la parte del progetto relativa all’impianto è cambiata, essendo stato inserito in quell’area il buffer e quindi andrebbe nuovamente sottoposta a VIA (Cecilia De Bartholomaeis), e chi teme che, in attesa che la seconda parte del progetto sia definita, per poi essere impugnata, i lavori in zona Urmo potrebbero essere in avanzato stato di esecuzione.

Giuseppe Coco, allora, ha avanzato un suggerimento.

«I lavori erano stati sospesi per delle ragioni ben definite. Ora chiediamo a direttore dei lavori e RUP di dimostrarci che quelle ragioni (ovvero l’individuazione di un nuovo piano di smaltimento dei reflui) siano state superate».

Tante idee, insomma, per tracciare una nuova strategia di opposizione giudiziaria.











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