Intanto si seguono anche le vie giudiziarie
Un nuovo raduno in piazza per ribadire il dissenso verso un progetto che viene cantierizzato monco della parte principale (il recapito dei reflui) e che prevede la localizzazione dell’impianto di depurazione in una zona che confina con due aree naturali delle Riserve.
Questa sera, condizioni meteo permettendo, comitati e movimenti ambientalisti si ritroveranno in piazza Garibaldi a Manduria. Non ci sarà un corteo, bensì un raduno che servirà a sensibilizzare nuovamente le comunità interessate (più attiva, come al solito, quella di Avetrana) e a fare il punto sulle iniziative da intraprendere per cercare di rinviare nuovamente la riapertura del cantiere, prevista per lunedì 15 aprile. Da qualche giorno alcuni tecnici sono presenti nell’area attigua alla strada provinciale “Tarantina”, ufficialmente per effettuare alcuni sopralluoghi. Sembrerebbe, altresì, che Regione e AQP stiano provvedendo anche ad effettuare ulteriori espropri nelle zone interessate dal passaggio delle varie condutture. Questa volta, insomma, si fa sul serio e, temiamo, difficilmente ci saranno ulteriori sospensive, così come non saranno tollerate eventuali manifestazioni di protesta nell’area in cui dovrà sorgere l’impianto, finalizzate ad evitare il passaggio dei mezzi dell’azienda.
Di fronte a questa determinazione, crediamo che il raduno di questa sera servirà a ben poco. Sarà, è vero, un ulteriore messaggio circa la volontà della popolazione, che intenderebbe preservare quell’area, che si trova a poco più di un chilometro dalla fascia costiera, e che chiede di spostare l’impianto più nell’entroterra. Ma da tempo Regione (comprese le minoranze politiche) e Aqp non intendono più ascoltare gli ambientalisti.
L’ultima carta da giocare, dunque, è quella dei ricorsi. Anomalie ve ne sono tante, la più eclatante delle quali riguarda proprio il progetto monco: ora si realizzerebbe l’impianto, in attesa che qualcuno decida come e dove dovrà essere smaltita la grande quantità di reflui che si produrranno dal depuratore. Un primo ricorso al Tar pende già da oltre un anno. Un altro potrebbe essere approntato e depositato non appena sarà elaborata la seconda parte del progetto, che dovrà essere sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale.
Intanto, le associazioni e i comitati stanno prendendo in considerazione la possibilità di diffidare direttore dei lavori e RUP, i quali, prima di riaprire il cantiere, dovrebbero dimostrare che le ragioni che hanno indotto alla sospensione dei lavori quasi due anni fa, siano ora state realmente superate.