La scoperta della Polizia, che invece indagava ipotizzando la clonazione
Cliccava sui giochi e gli accessori che avrebbe voluto acquistare i quali finivano nel «carrello on line», ma a farne le spese era la carta di credito dello zio. È indagando circa un possibile caso di clonazione di carte che gli agenti delle Volanti hanno scoperto che dietro i prelievi mai fatti dallo zio c’era il nipote. L’uomo si era rivolto alle Volanti dopo aver notato l’utilizzo della sua carta di credito per effettuare spese senza che lui si accorgesse di nulla. Spese che l’uomo, ovviamente, non riconosceva come proprie o del suo nucleo familiare, che venivano pagate mediante transazione sulla carta di credito personale. Tutto lasciava presupporre un episodio di clonazione della carta di credito: gli acquisti erano fatti tutti presso operatori commerciali all’estero, circostanza che rende molto lunghi gli accertamenti, soprattutto per individuare il beneficiario degli acquisti, che in queste situazioni, come insegna l’esperienza si può trovare in un paese che non è l’Italia.
Gli agenti della Questura tuttavia avviavano le indagini del caso, mentre il cittadino si è attivato per lo storno delle spese fraudolentemente fatte a suo carico. Ma gli ammanchi sono continuati e l’uomo, dopo qualche settimana dalla prima denuncia è tornato di nuovo in Questura a riferire di ulteriori spese che non riconosceva, fatte ancora con la sua carta di credito, peraltro aggiornata dall’istituto emittente dopo la prima denuncia.
Al di là delle procedure di rito, regolarmente espletate, gli agenti hanno chiesto all’interessato l’abituale comportamento circa l’utilizzo di quel comodissimo sistema di pagamento, certi di trovare proprio nel modo di agire dell’interessato una lacuna nella propria autotutela.
Tutte le usuali condotte tenute del titolare della carta di credito e le sue modalità di concreto utilizzo sui portale di commercio elettronico sono state passate al setaccio. È emerso che il problema era da ricercare in un sistema di pagamento automatico attivato su un sito ove acquistare dei beni: sul portale era memorizzata la carta di credito come metodo predefinito di pagamento, e l’accesso allo stesso portale avveniva in modo automatico all’accensione del «device».
Con il necessario aiuto e la piena disponibilità del cittadino, gli agenti hanno potuto verificare tutti gli acquisti presenti nella cronologia, ed in particolare rilevare l’indirizzo del beneficiario, che era a Brindisi e pure fin troppo conosciuto dal denunciante, così come il beneficiario stesso, ricavato ancora attraverso la cronologia degli ultimi ordini. Il beneficiario delle spese, alla fine, era un dodicenne, nipote del denunciante, che accedendo al sito, tranquillamente poteva riempire il carrello della spesa praticamente a suo piacimento, pur avendo dimostrato oculatezza e parsimonia nell’uso. Il ragazzo in pratica, che con lo zio condivide la passione per i videogiochi, e giocava in rete metteva sul «carrello on line» della spesa quanto desiderava, mai pensando di acquistare quei giochi che venivano addebitati sulla carta dello zio essendo il metodo predefinito avviando il portale. «L’incito - dice il vice questore Vincenzo Maruzzella, dirigente delle Volanti - è quello di prestare massima attenzione. I primi attori della sicurezza siamo noi stessi».