Troppi “non sapevo”, sia da parte dei cittadini, sia da parte di enti e istituzioni. Ora si lavori, tutti, nella stessa direzione: ai giovani occorre parlare di valori, dando loro esempi concreti di virtù
In Italia, ma non solo, non si parla d’altro. L’opinione pubblica è sconvolta dalle angherie che ha subito per anni il signor Stano. Tantissima gente, anche coloro che non conoscono la città, hanno posto l’intera comunità sul banco degli imputati. E’ stato detto che “tutti sapevano”: 31mila persone avrebbero saputo cosa stesse accadendo al signor Stano e avrebbero optato per l’omertà.
Ragion per cui, a Manduria si arriva ad augurare, attraverso il web, «un terremoto che possa fare il maggior numero di vittime possibili».
Questa è solo una delle frasi intrise di odio e rancore di coloro che sono sempre pronti a condannare senza appello. Le trasmissioni tv danno l’esempio. Tanti tribunali pronti ad inquisire e a esprimere sentenze prima ancora che lo possa avere fatto un giudice.
Sinora abbiamo pubblicato le riflessioni e le opinioni di esperti o singoli cittadini su quanto è avvenuto. Da domani, però, cambiamo copione. Evitando i distinguo e gli scontri sociali che da tantissimo tempo caratterizzano la nostra comunità, si affronti il problema. Leggi alla mano, cerchiamo di mettere in atto progetti e iniziative per evitare altre tragedie simili. Censiamo gli over 60, si verifichi quanti di loro vivono soli, si intervenga per dar loro supporti …
Il doloroso e ingiusto “sacrificio” del signor Stano serva, quanto meno, ad una presa di coscienza generale. Non servono le battaglie politiche dell’un contro l’altro armati per cercare di strappare consensi. Ora è importante attuare ogni iniziativa possibile che aiuti il tessuto sociale della comunità, evidentemente estremamente sfilacciato, a ricomporsi.