«La nostra Manduria deve tornare ad essere una grande famiglia, unita e fornace di spiriti forti, liberi e dai grandi ideali»
Vi proponiamo un significativo colloquio che abbiamo trovato in un profilo facebook fra due operatori culturali: l’avvocato Giuseppe Pio Capogrosso e il poeta, che da anni vive in Toscana pur avendo avuto in natali a Manduria, Dante Pastorelli. Pensieri e parole sui quali, a nostro avviso, occorrerebbe riflettere e meditare…
Dante Pastorelli: «Mi auguro che quest’appello alla presa di coscienza non si esaurisca nell’emozione di un giorno, ma che sia la prima pietra per riedificare la Manduria sana, laboriosa, ricca di solidarietà e umanità, moralità e religiosità, che vive nei miei ricordi con immutato amore pur nella lontananza».
Giuseppe Pio Capogrosso: «Spero che i nostri ragazzi sappiano farsi promotori di quel cambiamento che noi adulti abbiamo invano voluto, senza riuscirci».
Dante Pastorelli: «Io ormai, dal mio “esilio”, non posso far niente. Tu e tante altre persone, non tutte, purtroppo, a me note, forgiate nell’onestà, nella dignità, nella cultura, nel culto della famiglia, nell’amore per la comune terra, saprete continuare a dar l’esempio e ad educare giovani e meno giovani ai principi, ai valori “non negoziabili” in campo civile e morale. La nostra Manduria deve tornare ad essere una grande famiglia, unita e fornace di spiriti forti, liberi e dai grandi ideali. Quelli che io tra quelle strade, in quelle zolle rosse, in mezzo a quella cittadinanza operosa ho assorbito e cercato sempre di onorare».
Giuseppe Pio Capogrosso: «Invece, proprio da quello che definisci il tuo “esilio” continui a darci lezioni di grande civiltà e, soprattutto, di civismo.
Fossero in tanti, i manduriani non residenti, a darci una così bella testimonianza di affetto e di vicinanza.
Ai manduriani di qui voglio estendere il tuo invito a ben operare, tutti insieme, per il bene della nostra comunità, mettendo da parte divisioni ideologiche, politiche e sociali».