«Lo sgomento per quel che è accaduto ci ha storditi tanto e insieme a giuste riflessioni e provvedimenti si è passati a giudizi sferzanti sulla vicina cittadina, sui suoi abitanti, quando non si può generalizzare e stigmatizzare un’intera comunità»
«Dobbiamo avere l’onesta di chiederci: il caso dell’uomo vessato fino a causarne la morte è un caso isolato? Riguarda solo Manduria? È un episodio nuovo? La mia risposta è no. Quel che è accaduto a Manduria è il risultato estremo del decadimento dei valori che è presente in tutte le città come nelle piccole comunità».
Lo ha affermato l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro parlando, nel suo messaggio in occasione della festa del patrono di Taranto San Cataldo, della vicenda di Antonio Stano, il 66enne pensionato di Manduria morto il 23 aprile scorso dopo aver subito una lunga serie di aggressioni e violenze da più gruppi di giovani.
«Lo sgomento per quel che è accaduto - ha aggiunto - ci ha storditi tanto e insieme a giuste riflessioni e provvedimenti si è passati a giudizi sferzanti sulla vicina cittadina, sui suoi abitanti, quando non si può generalizzare e stigmatizzare un’intera comunità. Quanto avvenuto è il risultato estremo del disconoscimento della dignità della vita umana. Tale disconoscimento non è cosa di ragazzi, ma è cosa di adulti che perdono sempre più il riferimento ai valori veri ed hanno ridotto la vita al profitto, al comodo e all’utile individuale; e viene da lontano, non da oggi e tantomeno da Manduria».